Rivista 8½: di che storie ha bisogno l’Italia di oggi? 12 scrittori rispondono

Nel nuovo numero i contributi di De Cataldo, Faletti, Gamberale, Carlotto, Avallone, Manfredi, Carrisi, Mazzoni, De Carlo, Vitali, Evangelisti e Buticchi


Il rapporto tra letteratura e cinema analizzato da dodici scrittori di successo; un bilancio dei 70 anni della Mostra di Venezia svolto da dieci critici; la produzione italiana tra sostegno pubblico selettivo e agevolazioni fiscali. Questi i temi principali affrontati e indagati dalla rivista 8½ nel numero di agosto/settembre.

Abbiamo chiesto a dodici scrittori di successo di riflettere sul cinema italiano contemporaneo, sui suoi limiti e pregi, e di dare qualche consiglio ad autori e produttori. Con l’obiettivo di aprire canali di comunicazione più solidi tra due mondi, come scrive il direttore Gianni Canova, spesso sdegnosamente autosufficienti.
E dalla scrittrice Silvia Avallone arriva l’invito al cinema italiano a non chiudersi in se stesso: “Non mi piace quando è minimalista e si compiace di esserlo. Quando è ombelicale. Quando racconta storie piccole, piccole che possono interessare solo un pubblico ristretto. Vorrei un cinema italiano più ambizioso. Un cinema capace di respiro epico e desideroso di raccontare storie che possano essere esportate. Vorrei che cominciasse ad affermarsi l’idea che l’Italia può essere comunicata al mondo e non soltanto a se stessa”. Gli altri contributi vengono da Giancarlo De Cataldo, Giorgio Faletti, Chiara Gamberale, Massimo Carlotto, Valerio Massimo Manfredi, Donato Carrisi, Eleonora Mazzoni, Andrea De Carlo, Andrea Vitali, Valerio Evangelisti e Marco Buticchi.

A rivelare aspetti inediti dell’ingombrante rapporto tra letteratura e film, tra tradimenti, colpi di fulmine, libri inesistenti e sceneggiati televisivi, sono Sergio Castellitto, Andrea Purgatori e Riccardo Tozzi. Sulle rispettive esperienze di adattamento dei romanzi ‘Acciaio’ e ‘La solitudine dei numeri primi’ riflettono invece i registi Stefano Mordini e Saverio Costanzo.
Leggere il libro e poi guardare il film, oppure fare il contrario? Rispondono al quesito i critici cinematografici Steve Della Casa e Mario Sesti.

I 70 anni, nel senso di edizioni, della Mostra di Venezia sono festeggiati da dieci critici italiani, di diverse generazioni. Abbiamo chiesto loro di raccontare il momento più bello o comunque più significativo vissuto al Lido e di lanciare una proposta per il futuro. A illustrare gli interventi le immagini provenienti dall’Archivio Storico Luce che ritraggono al Lido di Venezia registi, attori, attrici e personalità del passato.

Il Dossier economico della Direzione Generale Cinema-MiBAC e dell’Anica è dedicato alla produzione, concludendo così il percorso di approfondimento sul mercato cinematografico nazionale che, nei numeri precedenti della rivista, era stato dedicato alla distribuzione e alla presenza di cinema in televisione.

Il Focus sulle cinematografie straniere vede protagonista il Brasile dove, dopo un lungo periodo di stasi,  una legge basata sugli incentivi fiscali ha ridato linfa alla produzione e ha fatto emergere nomi sconosciuti.
Sulle difficoltà del vecchio Continente nel creare un sistema di celebrità internazionali riflette Karin Dix, project director di Shooting Stars, l’iniziativa che alla Berlinale presenta dieci attori nascenti del cinema europeo.

“Stavolta non viaggio da sola”, così s’intitola il diario di bordo della regista Maria Sole Tognazzi dallo Shanghai International Film Festival. Infine il regista Maurizio Sciarra ci parla dell’eccezione culturale per il cinema, a proposito del Trattato internazionale del libro commercio tra Unione Europea e USA, interpretandola come la vecchia lotta tra chinotto e Coca Cola.

12 Settembre 2013

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