Ragonese: “Venezia punta sul nuovo cinema italiano”


GIFFONI VALLE PIANA – E’ noto che sarà la madrina del prossimo Festival di Venezia e questa circostanza la emoziona molto, ma non ha la più pallida idea di cosa farà e di come condurrà il prestigioso ruolo assegnatole. A dirlo è Isabella Ragonese, attrice siciliana, affermatasi nel cinema grazie a film come Nuovomondo di Emanuele Crialese, Tutta la vita davanti di Paolo Virzì, Oggi sposi di Luca Lucini, Viola di mare di Donatella Maiorca, Dieci Inverni di Valerio Mieli, Due vite per caso, opera prima di Alessandro Aronadio e La nostra vita di Daniele Luchetti. Ospite del Giffoni Film Festival, Isabella racconta di quanto sia onorata della scelta fatta dal Festival veneziano: “Venezia per me è importante perché da lì sono passati alcuni miei film importanti, come Nuovomondo e Dieci Inverni, quindi per me rappresenta una strada, un cammino. E visto che il ruolo di madrina viene solitamente affidato ad attrici importanti, mi piace pensare che scegliendo me si voglia fare una sorta di investimento sul nuovo cinema italiano”.

 

Con gli attori con cui ha lavorato fino ad oggi ha ottimi rapporti e profonda stima, come per Elio Germano. “A Cannes ha detto delle cose importanti. Il fatto che un attore italiano abbia vinto la Palma dovrebbe riempirci tutti d’orgoglio perché è come se avesse vinto il cinema italiano. Dovremmo essere più tifosi del nostro cinema e festeggiare tutti assieme, come si fa quando vince la nazionale di calcio”. Di Valeria Solarino, con cui ha girato Viola di mare sottolinea quanto siano state complementari come artiste, in quel film: “Eravamo come il giorno e la notte – spiega – Un’esperienza forte non per le scene di sesso, che al cinema sono tecniche e poi fatte tra donne richiedono più che altro complicità. E’ stato bello lavorare con Valeria perché lei studia e si preparara tantissimo, è difficile non volerle bene”. Della sua carriera racconta che il cinema è arrivato all’improvviso, come una sorpresa nella sua vita. Lei che da giovanissima ha lavorato in teatro, senza seguire scuole tradizionali ma frequentando laboratori condotti da maestri che ha sempre stimato. Come l’esperienza con la regista siciliana Emma Dante. “Per me – dice l’attrice – è stato come fare il servizio militare perché Emma è abbastanza dura, ma è andata bene così perché ho imparato tanto. Lei è una di quelle siciliane riuscite a imporsi a livello nazionale e quindi, anche grazie a lei, sono cresciuta in una Palermo fertile. Ed è proprio in un lavoro con Emma Dante che ho conosciuto Michele Riondino con cui poi ho girato Dieci Inverni“.

 

Se il cinema è stato una piacevole sorpresa, è grazie al tanto lavoro teatrale che riesce a dare vita ai suoi personaggi cinematografici: “Ho imparato a capire un personaggio con il corpo innanzitutto e poi con la testa, e questo me l’ha insegnato il teatro”. Della televisione invece le piace in particolar modo Montalbano: “Per come è scritto, per la bravura di Luca Zingaretti, per come è girato e perché pur raccontando una Sicilia che non esiste riesce ad esprimere l’essenza dei siciliani”. Dell’esperienza a Giffoni è rimasta profondamente colpita dalle domande dei ragazzi “così profonde e diverse a differenza delle interviste fatte nelle conferenze stampa che alla fine sono tutte uguali”.

27 Luglio 2010

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