‘Past Lives’, un manuale d’amore tra Seoul e New York

'Past Lives', opera prima della sudcoreana Celine Song con Greta Lee, Teo Yoo e John Magaro, è il film perfetto per un San Valentino "consapevole"


Na-young e Hang-seo hanno 12 anni, frequentano la scuola media, sono entrambi bravi (lei quasi sempre più di lui) e vivono senza neanche saperlo il loro primo amore, acerbo e tenero, fatto di giochi, sguardi e schermaglie. Na Young sta per trasferirsi da Seoul in Canada insieme alla sorella e ai genitori, entrambi artisti. Un dolore mai neanche dichiarato per la separazione segna entrambi e dodici anni dopo i due, che non hanno mai dimenticato, si ritrovano via skype. Lei oramai si chiama Nora e studia per diventare scrittrice, lui frequenta la facoltà di ingegneria e sogna di studiare il cinese mandarino. Ancora dodici anni di separazione e Nora è ora una scrittrice, che vive a New York con il marito americano, Hang-seo decide di prendere un aereo per rivederla.

Con una scansione temporale rigorosa, uno stile dolce e avvolgente, un romanticismo trattenuto e malinconico, una grande capacità di trasmettere emozioni sottili e di riflettere sul destino e le sue sliding doors, Past Lives, opera prima della sudcoreana Celine Song con Greta Lee, Teo Yoo e John Magaro, è il film perfetto per un San Valentino “consapevole” (e infatti arriva in sala il 14 febbraio con Lucky Red) proprio perché si può leggere in qualche modo come un manuale d’amore, un breve corso di educazione sentimentale in cui il rispetto per i propri e altrui sentimenti, la conoscenza dell’altro/a, è ciò che più conta, in fondo l’amore nel suo stato più puro. Nominato all’Oscar© come Miglior Film e per la Migliore Sceneggiatura Originale, presentato al Sundance e alla Berlinale, oltre che alla Festa del Cinema di Roma, candidato ai Golden Globe e vincitore di vari premi, tra cui i Gotham Awards, Past Lives è considerato uno dei migliori film dell’anno da molte autorevoli testate americane ed è davvero un’opera sorprendente ed emozionante.

Past Lives

Al centro della vicenda – che ha riferimenti cinematografici alti, da Breve incontro alla trilogia di Linklater – la nozione coreana di In-yun, una variazione sul concetto buddista di reincarnazione secondo cui ci vogliono 8.000 strati di conoscenza perché due persone si uniscano. E’ così che Celine Song, ispirandosi a vicende della sua biografia (anche lei migrante verso Toronto e anche lei drammaturga affermata prima che regista), ci mostra come i due giovani coreani si rincorrano, senza mai trovarsi veramente, ma allo stesso tempo affronta il tema dell’amore coniugale, quello che lega Nora al marito americano, un amore fatto di comprensione e dialogo, tanto da poter accogliere anche la possibilità che l’altra abbia insondabili sentimenti per qualcun altro o una vita precedente che non ci appartiene. Del resto, il film scandaglia anche il sentimento di perdita che è contenuto in ogni scelta, perché per imboccare una strada bisogna rinunciare a ogni alternativo percorso.

Una sera di qualche anno fa – racconta Celine Song – ero seduta in un bar tra due uomini provenienti da periodi molto diversi della mia vita. Uno era mio marito di New York, l’altro l’amore d’infanzia, venuto dalla Corea per visitare la città. In quel bar, nel ruolo sia di traduttrice che di intermediaria, ho avuto la strana sensazione di attraversare due dimensioni alternative, fondendole in una sola”. E prosegue: “Ero seduta lì tra questi due uomini che mi amavano in modi diversi, in due lingue diverse e in due culture diverse. E io ero l’unico motivo per cui parlavano tra loro – ricorda Song – C’è qualcosa di quasi fantascientifico in questo. Ti senti come qualcuno che può trascendere la cultura, il tempo, lo spazio e la lingua”.

Naturalmente nei sentimenti di Nora gioca un ruolo importante, direi decisivo, anche la sua identità divisa in due, quella di migrante tra l’Estremo Oriente e l’America. Come pure il sovrapporsi di diversi strati della sua vita, oggi è una scrittrice affermata, parla l’inglese e vive da americana, ma di notte sogna ancora in coreano e la scolaretta di 24 anni prima è ancora dentro di lei. Tra i punti di riferimento della ricerca di Celine Song anche il lavoro di Marina Abramovic e in particolare la performance The Artist is Present attraverso cui avvenne l’incontro, dopo molti anni, con l’ex marito Ulay.

 

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