Il Museo degli Oscar di Los Angeles, gemellato con Cinecittà, rimette in dialogo Cecilia Mangini e Pier Paolo Pasolini che collaborarono in tanti progetti negli anni ’60. Due rassegne di film paralleli saranno proiettate tra febbraio e marzo, tra questi Ignoti alla città, il primo che la signora del documentario italiano scrisse e girò nel 1958 con il regista di Accattone partendo dal romanzo Ragazzi di vita sugli adolescenti delle borgate romane.
Le due retrospettive, a un anno dalla morte di Cecilia, coincidono anche con il primo centenario dalla nascita di Pasolini. Intitolata “Conoscenza carnale” la retrospettiva sul poeta, filosofo e cineasta italiano si terrà dal 17 febbraio al 12 marzo all’interno dell’edificio di Renzo Piano inaugurato in settembre, in collaborazione con Cinecittàòì.
I documentari della Mangini saranno a presentati dal 5 al 20 marzo: “filmati rarissimi”, come osserva il museo, “fino a un anno fa praticamente impossibili da trovare”. Ignoti alla città sarà presentato assieme a Stendali: suonano ancora del 1960 di cui Pasolini scrisse il testo: girato a Martano, un paesino di lingua grika del Salento, è l’unica testimonianza filmata del rito millennario del pianto funebre destinato a scomparire nel volgere di pochi anni. Ci sarà poi All’armi siam fascisti!, un lungometraggio girato con il marito Lino del Fra e il critico Lino Micciche: nel cast Giancarlo Sbragia e Nando Gazzolo. “Molti diventano cinici con l’età, ma, novantenne, Cecilia Mangini era interessata a prendere in mano una cinepresa (con l’aiuto di registi più giovani) e a continuare a esplorare, agitare, interrogare e creare”, scrive il Museo dell’Academy: ed ecco dunque Due scatole dimenticate (Le Vietnam serà libre) girato nel 2020 con Paolo Pisanelli e nato dalla scoperta di vecchie foto scattate durante quattro mesi passati nel Nord del Vietnam nel 1965 con il marito: “Immagini che fanno scattare ricordi perduti che hanno continuato a influenzare il suo presente”.
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