Paolo Sorrentino


P. SorrentinoA Venezia con l’opera prima (premiatissima) L’uomo in più a Cannes con l’opera seconda Le conseguenze dell’amore in concorso. Paolo Sorrentino, 34 anni, napoletano, è l’unico italiano nella competizione ufficiale del Festival, quest’anno più che mai attenta a segnalare sulla scena internazionale nuovi talenti.
Felice a dir poco, Paolo usa una metafora calcistica per dare l’idea di come si sente: “è come giocare tra i titolari nella squadra dei più forti del mondo”. Attaccante, ma dotato di un forte senso del team, se è vero che sulla Croisette andrà con attori e tecnici quasi al completo: molti al suo fianco già dall’opera prima.

Dopo un esordio tanto amato dalla critica, l’opera seconda poteva sembrare un passo scivoloso.
E’ vero, ma ho preso tempo. Dopo L’uomo in più ho scritto due sceneggiature scartate: una non sono riuscito a metterla in piedi, l’altra ho deciso io di accantonarla. L’importante, quando hai successo, è evitare insensate sicurezze.

Ti confronterai con grossi nomi, dai Coen a Kusturica. Ti fa paura?
Ci sono anche molti giovani, registi che non conosco come loro non conoscono me. E poi naturalmente tanti autori che amo, da Wong Kar-wai a Michael Moore per non parlare di Tarantino in giuria. Io ho un debole per il cinema americano recente, che sa essere classico e ama il racconto ma con guizzi di invenzione che stravolgono il genere. Penso a Lynch, Jarmusch, Ang Lee.

Ti piace il loro gusto postmoderno per la decostruzione del racconto?
Ma io ci credo in quello che raccontano: anche se è sopra le righe. Forse perché non c’è mai approssimazione psicologica, i personaggi sono sempre credibili al massimo.

Maestri italiani?
Tanti: Amelio, Moretti, Capuano, Mazzacurati. Non nomino di proposito Martone e Castellitto, che sono anche loro a Cannes.

Ti senti parte di un nuovo cinema italiano con Marra, Crialese e Garrone?
Non c’è una scuola, ma c’è la riscoperta del racconto e l’allontanarsi dall’autorialità fine a se stessa, quell’autobiografismo sterile che imperversato a lungo.

Una svolta che dipende anche dai produttori.
Certo, per me è un aspetto fondamentale. Penso al felice incontro con Domenico Procacci ma soprattutto all’amicizia con Nicola Giuliano. Lui, quando scrivo, è il mio unico contraltare. E quando mi dice no, non lo fa per ostentare un potere…

Cosa ti ha dato l’arrivo di Procacci?
Sicurezza psicologica. Ho evitato il limbo dell’attesa dei soldi, quando ogni giorno speri che si riunisca la commissione per il fondo. Stavolta siamo stati subito operativi.

Con Toni Servillo fai coppia fissa.Le conseguenze dell'amore
I miei due film li ho pensati e scritti su di lui. Ci siamo conosciuti grazie a Teatri Uniti, quando ancora lavoravo in produzione, ai tempi del Verificatore. L’ho avvicinato timidamente per L’uomo in più e lui mi ha dato fiducia.

Da Napoli alla Svizzera: cosa hai trovato?
La Svizzera mi interessa come tutte le cose che non riesco a capire. E’ un mondo segreto, chiuso in se stesso. Entrare in una banca svizzera, poi, è come entrare in un non luogo, dove non c’è nessuno, neppure un cassiere. Infatti, alla fine, me la sono inventata.

Hai lavorato di fantasia anche per ricostruire la vita quotidiana del mafioso?
Mi sono documentato, ho letto tantissimo, ho parlato con diversi giornalisti, anche con Carlo Lucarelli, ma poi alla fine ho buttato tutto a mare. Perché nessun libro ti dice cosa fa un mafioso la mattina quando si alza o la sera prima di andare a dormire. Ed era questo che mi interessava davvero.

autore
12 Maggio 2004

Interviste

Ti West
Interviste

Ti West: “in ‘MaXXXine’, gli anni ’80 che nessuno vuole mostrare”

Con MaXXXine, in sala con Lucky Red, Ti West conclude la trilogia iniziata con X: A Sexy Horror Story e proseguita con Pearl, confermandosi una delle voci più originali del cinema di genere dell’era Covid e post-Covid

play
Interviste

Trincia: “ognuno di noi ha sentito vicinanza con questo caso”

Dove nessuno guarda. Il caso Elisa Claps - La serie ripercorre in 4 episodi una delle più incredibili storie di cronaca italiane: il 13 e 14 novembre su Sky TG24, Sky Crime e Sky Documentaries.

play
Interviste

Luchetti: “ho voluto raccontare Carla anche come donna politica”

Codice Carla mostra come Carla Fracci (1936-2021) fosse molto più di una ballerina famosa.

Interviste

Marco Valerio Gallo: come ti disegno ‘Freaks Out’

Il disegnatore, illustratore e docente presso la Scuola Romana dei Fumetti ci racconta come ha lavorato sugli storyboard dell'ultimo successo di Gabriele Mainetti


Ultimi aggiornamenti