Caccia all’uovo (nascosto): gli Easter Eggs cinematografici in grandi classici

Da R2-D2 e C-3PO trasformati in geroglifici in Indiana Jones al tappeto di Shining in Toy Story: alla scoperta di alcuni dei più bei Easter Eggs della storia del cinema


Ogni Pasqua che si rispetti ha la sua caccia all’uovo. Ma se siete cinefili più affezionati a Kubrick che al coniglietto del vostro supermercato, la vostra personale scorpacciata di dolcezza si consuma sullo schermo, non in giardino.

E non parliamo di film edificanti con resurrezioni varie, ma di qualcosa di molto più profano: gli Easter eggs, ovvero quelle chicche semi-nascoste disseminate dai registi nei loro film per deliziare, premiare (e a volte trollare) lo spettatore attento.

Una pratica che si tramanda da decenni, e che è diventata nel tempo una specie di sport olimpico del fandom. Perché sì, guardare un film è bello. Ma cogliere l’omaggio a Shining in Toy Story ti fa sentire come Indiana Jones quando scova l’Arca dell’Alleanza.

Che cos’è un Easter Egg?

Contrariamente a quanto credono gli amanti del cioccolato, il primo Easter Egg non si trovava dentro una colomba, ma in un videogioco Atari del 1979. Adventure era il titolo, e il suo creatore, Warren Robinett, era uno di quei geni informatici tanto brillanti quanto sottopagati. Così, per farsi giustizia (e forse per vendetta sottile), Robinett infilò nel codice un messaggio segreto: “Created by Warren Robinett”, visibile solo se il giocatore avesse avuto la malsana curiosità di posizionarsi su un pixel grigio preciso come una zanzara a mezzanotte.

Atari se ne accorse solo un anno dopo, quando un ragazzino scrisse una lettera per raccontare l’impresa. Troppo tardi per correggere, troppo gustoso per rimuoverlo: da allora i programmatori Atari furono invitati a lasciare messaggi segreti nei giochi. E il nome “Easter Egg” – idea del direttore creativo Steve Wright – diventò ufficiale.

Poi arrivò il cinema. E da lì la faccenda degenerò. In senso positivo.

Toy Story – Il tappeto non mente mai

In casa Pixar l’Easter Egg è religione. Prendete Toy Story: nella cameretta di Sid, il bimbo con la vocazione al disassemblaggio seriale, il tappeto non è un semplice elemento di scena. È “il” tappeto. Quello psichedelico dell’Overlook Hotel di Shining. Un piccolo, inquietante omaggio a Kubrick, che trasforma la casa di Sid in una succursale dell’orrore. Altro che giocattoli parlanti.

Indiana Jones – Archeologia e droideologia

Sempre parlando di reliquie, in I Predatori dell’Arca Perduta, tra i geroglifici egizi si nascondono due figure familiari: R2-D2 e C-3PO. Un regalo di George Lucas a sé stesso, visto che ha prodotto entrambe le saghe. Quando si dice l’umiltà. O forse solo la soddisfazione di sapere che anche tra le sabbie d’Egitto, gli androidi non passano mai di moda.

E.T. + Yoda = Cinematic Universe ante litteram

Spielberg vede un bambino vestito da Yoda. E.T. lo guarda, allunga il ditino e pare riconoscerlo. Coincidenza? Ma no: George Lucas, vecchio compagno di merende di Spielberg, ha restituito il favore facendo comparire una delegazione di alieni “tipo E.T.” nel Senato Galattico di Star Wars: Episodio I. Altro che crossover Marvel: qui si faceva multiverso prima che fosse cool.

Il Padrino – Un’arancia al giorno…

Coppola non lascia nulla al caso. In Il Padrino, ogni volta che appare un’arancia… qualcuno muore. O sta per farlo. Non è una battuta, è statistica. Guardatelo bene: Vito Corleone compra arance prima di essere crivellato. Le arance volano in aria nel ristorante in cui Sollozzo viene giustiziato. Addirittura, lo zio di Michael le affetta poco prima di lasciarci le penne. Se vi capita di ricevere una spremuta in una scena, fate testamento.

Hitchcock – Regista, voyeur, comparsa

Alfred Hitchcock ha fatto della sua faccia un marchio di fabbrica. In almeno 39 film su 52 appare come comparsa, e sempre con quella placida faccia da lord inglese che sembra appena uscito da un tè delle cinque. Ne Gli Uccelli, si presenta all’inizio con due cani (i suoi). Cameo o avvertimento? Difficile dirlo, ma certo non si poteva mai dire che non ci mettesse la faccia. Letteralmente.

Tron – L’uovo è rotondo e si chiama Pac-Man

Nel 1982, Tron ci portava per la prima volta dentro un computer. In una scena, se osservate bene i circuiti, noterete un certo pallino giallo che fugge da fantasmi elettronici: Pac-Man. Non esattamente nascosto, ma abbastanza rapido da sfuggire a chi non era già in overdose da joystick.

Scream – Un urlo… da brivido (d’altri)

Wes Craven, maestro dell’horror metanarrativo, si è concesso un piccolo scherzetto: in Scream, fa comparire Linda Blair, la bambina indemoniata de L’Esorcista, come giornalista invadente. Per i fan dell’horror, un cameo che è più dolce di una colomba glassata.

Captain America – Tarantino nel Marvel-verse

Nel MCU tutto è calcolato, persino i riferimenti biblici. Sulla lapide di Nick Fury in The Winter Soldier c’è inciso un versetto: “The path of the righteous man…” È la battuta cult di Pulp Fiction. Il punto? Entrambi i personaggi – Fury e Jules Winnfield – sono interpretati da Samuel L. Jackson. In altre parole: Marvel cita Tarantino e ci fa l’occhiolino con l’altra mano.

Spider-Man: Homecoming – Hulk entra nel libro di scienze

A scuola di Peter Parker non si studia solo fisica quantistica o algebra impossibile. Appesi alle pareti della sua classe ci sono i ritratti di illustri scienziati come Einstein, Newton, Marie Curie… e, ultimo a destra, spunta una faccia familiare per chi bazzica il Marvel Cinematic Universe: Bruce Banner, ovvero l’Incredibile Hulk. Perché se sei un genio in camice verde che riesce a contenere la furia nucleare dentro un cardigan, un posticino accanto a Enrico Fermi te lo sei guadagnato.

E allora, mentre cercate sorprese nelle uova di Pasqua, non dimenticate di guardare anche tra le inquadrature. Perché il vero regalo, a volte, è lì dietro una colonna, sotto un tappeto… o tra le mani di un regista che ama ancora giocare.

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18 Aprile 2025

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