9 novembre, deserto della California, appena ti addormenti tutto comincia da capo: Palm Springs – Vivi come se non ci fosse un domani di Max Barbakow comincia qui, e ricomincia, più e più volte, sempre dallo stesso specifico punto, la giornata del matrimonio di Tala e Abe. Palm Springs è il cuore di un loop temporale per Nyles (Andy Samberg) e Sarah (Cristin Milioti), fidanzato della damigella della sposa e sorellastra della stessa, due sconosciuti fino al momento della cerimonia, da lì in poi imprevedibili compagni di un’esperienza incredibile quanto ossessiva, quella di essere intrappolati nel tempo, che ogni mattina – all’apertura degli occhi – ricomincia da lì, sempre dallo stesso preciso istante, perché “…adesso è oggi … domani sarà per sempre oggi …”.
Nella sezione “Tutti ne parlano” della Festa di Roma – première al Sundance FF dello scorso gennaio – la commedia nera/romantica diretta da Max Barbakow, in sala dal 22 ottobre con I Wonder Pictures, con il tono della leggerezza riesce a proporre e intrattenere coniugando il gigante tema del tempo e quello – non meno mastodontico – dei sentimenti umani, dell’amore di coppia, un match efficace anche per la vivace, complice e delicata interpretazione dei due protagonisti. “Il mio gusto, la mia sensibilità, sono stati formati dalle circostante della mia nascita”, spiega Barbakow, che – come si sa – è stato adottato. “Le dark comedy sono il modo in cui io vedo il mondo, mi sembrano molto autentiche: sono i film con cui sono cresciuto, ho amato quelle classiche, e mi interesso – come regista – di cose che ti possono far ridere ma anche pensare o piangere al tempo stesso, e voglio che lo spettatore si senta con un piede nella fossa e l’altro sulla collina, fluttuando, una cosa divertente, assurda, strana”.
Una camicia hawaiana e una lattina dietro l’altra sempre a portata di mano, proprio durante la festa di nozze, qualcosa di insolito quello che porta in scena Nyles, ma le circostanze – capiremo presto – necessitano di essere affrontate in modo “casual” e cercando di stare svegli il più possibile, grazie ad una bibita energizzante: lui non sa se si tratti di vita, di morte, ma “devi rassegnarti, imparare a sopportare l’esistenza”, come dice a Sarah, inconsapevolmente “caduta” anche lei nel loop temporale in cui l’uomo già viveva durante l’incontro al matrimonio, occasione per una scappatella mancata tra i due, che di certo però si sono comunque “spinti oltre”, oltre l’ingresso della misteriosa grotta, lì nel terreno della tenuta di famiglia di lei. “Quando abbiamo cominciato a lavorare alla sceneggiatura abbiamo pensato a chi fossimo noi, e poi immaginato la situazione del film, cosa le persone odiassero, come reprimessero, di cosa avessero paura, e cosa volesse dire essere intrappolati con se stessi dentro ad un matrimonio: certo, Ricomincio da capo è stato fonte d’ispirazione, e la fantascienza poi è arrivata in modo organico, perché ci serviva per giungere al punto in cui volevamo arrivare. Un’angolazione di fantascienza ci poteva aiutare: è stata interessante ed è servita a solidificare le nostre premesse, abbiamo voluto usarla per andare oltre, in un tempo e in luogo unici. Palm Springs per me è speciale, sono cresciuto andandoci in vacanza, è un luogo in cui ti viene l’idea di fuggire con gli amici o la famiglia: il matrimonio a Palm Springs è uno specchio che puoi mettere negli occhi delle persone e chiedere a che punto sei della vita, e i personaggi sono creati dalle nostre esperienze; immaginavamo le persone ci si identificassero, noi stessi provavamo quelle cose: abbiamo cercato di capire chi si sia, quali siano le cose importanti, la stabilità, perché le persone della mia generazione devono affrontare un confronto diretto con la realtà, e la confusione fa parte del film”.
3,2 sono i secondi che forse potrebbero bastare per uscire dal loop, ma l’incertezza della scelta tra il poter continuare a vivere in eterno un presente certo, e il desiderio di tendere alla ricerca del proprio tempo cronologico usuale, mettono a confronto e disallineano la coppia, che – tra un “oggi” e un altro “oggi” – capisce come il sentimento dell’amore non sia però resettabile ad ogni risveglio e quindi l’opzione – che sia comune o solitaria – tra staticità temporale ripetuta in loop o salto nel tempo futuro si fa necessaria in connessione allo spettro di trasformazione dell’amore: “Come trovare il senso in un mondo senza senso? Volevamo arrivare ad un punto in cui l’amore avesse il potere di trasformarti”, dice ancora il regista, che conferma d’essersi fatto ispirare da grandi titoli della Storia del cinema: “Il laureato: durante la preparazione del film sentivo quanto potesse essere una lezione; ma anche Salvate il soldato Ryan, quando Roy – J.K. Simmons, il terzo “loopato” del film, ndr – tortura Nyles. È stato divertente giocare con altri film, perché il film trasforma gli artifici; per i riferimenti a film con matrimonio, Il padrino – per la prima scena della cerimonia, piena di informazioni sulla famiglia – senz’altro lo avevamo ben presente, è magistrale; poi Melancholia, pensiamo sia vivo, pieno di emozione, per cui ha ovviamente a che fare con la storia dei nostri personaggi, con Sarah, che di certo ha un dolore interno”.
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