Paco Léon: “Sesso e tolleranza, godiamoci la vita”

Il regista della commedia erotica spagnola Kiki & I segreti del sesso: "La tragedia di Orlando è una vergogna per l'umanità, la tolleranza è indispensabile"


Campione d’incasso al box office spagnolo, arriva anche da noi con la Videa, dal 23 giugno, Kiki & I segreti del sesso, gioiosa e ludica escursione nell’infinito mondo delle preferenze e dei gusti erotici. A dirigerla l’attore Paco Leòn, alla sua terza regia, che ha ripreso un film australiano, The Little Death, rivisitandolo in chiave di commedia. Sono cinque le storie d’amore che racconta, ciascuna legata a qualche preferenza particolare: c’è la donna che si eccita quando vede il marito piangere (dacrifilia), il chirurgo estetico che gode della moglie, ridotta sulla sedia a rotelle da un incidente e davvero intrattabile, quando lei è immersa in un sonno profondo e la ragazza che raggiunge l’orgasmo quando viene derubata e aggredita (arpaxofilia) ma che ama anche gli alberi e i vegetali (dendrofilia). Lo stesso Paco Léon – che è dichiaratamente bisessuale – è protagonista di una delle storie, insieme ad Ana Katz, nei panni di una coppia di lungo corso che non riesce a riaccendere la passione né con la erotolalia (linguaggio volgare), né con la pioggia d’oro (urofilia) o il fursuit (attrazione per le pellicce), finché non si rendono conto che quello che per loro funziona è l’ingresso nel ménage di una terza persona, l’appetitosa lesbica Belén (Belen Cuesta), amica di gioventù di Paco, che li spingerà verso il poliamore. Infine c’è Sandra (Alexandra Jiménez), una giovane sorda che difficilmente si concede ma troverà l’anima gemella lavorando in un call center grazie al linguaggio dei segni. Il tutto è raccontato con estrema leggerezza e senza mai dare giudizi, tanto è vero che lo stesso regista preferisce parlare di “filie” piuttosto che di “perversioni”.

Come considera il suo film? 
Un inno alla diversità, ai molti modi di amare, un film hippie, perché lo slogan “fate l’amore non fate la guerra” è ancora sovversivo. Al mondo siamo quattro gatti e viviamo un soffio, perché non goderci la vita.

Eppure c’è ancora chi fa una strage spinto dall’omofobia, come è accaduto a Orlando.
La tragedia di Orlando è una vergogna per l’umanità e deve farci riflettere. La tolleranza è indispensabile. Per me è inspiegabile che a qualcuno possa dare fastidio il comportamento sessuale di un altro. Per questo è importante il Gay Pride: fare festa insieme è il modo giusto per parlare di queste cose. 

Si è ispirato a qualche film, da “Nymphomaniac” a “50 sfumature di grigio”?
Mi sono ispirato soprattutto alla realtà. Nymphomaniac è troppo dark, Kiki è “50 sfumature di luce”.

Dove ha trovato le tante forme di sessualità, alcune davvero bizzarre, che racconta nel film? Ha fatto delle ricerche?
La maggior parte vengono da Little Death, altre le ho trovate io. C’è di tutto, ci sono persino persone che si eccitano con gli errori di ortografia.

Qualcuno in Spagna, paese di tradizione cattolica, si è scandalizzato?

No, nessuno. A me questo sembra un film di Walt Disney, positivo e divertente. E poi Gesù ha detto che bisogna amarsi gli uni con gli altri. In Spagna, come in Italia, c’è una doppia morale, da una parte le regole e dall’altra la prassi. Perciò la vostra legge sulle unioni civili è un passo avanti verso la vita reale della gente.

Lei comunque sembra privilegiare la coppia e in fondo tutte le storie che racconta sono storie d’amore e non di puro sesso.

Esiste il sesso senza amore ed esiste anche l’amore senza sesso, ma quando le due cose sono insieme è il massimo. Qui si parla di amore tra adulti, quell’amore che richiede un grande sforzo quotidiano per mantenere viva la fiamma.

Che messaggio vuole lasciare agli spettatori?
Spero che escano dal cinema con la voglia di fare amore. Mentre scrivevo il film, ho pensato che la mia vita sessuale era piuttosto noiosa e convenzionale, che mi stavo perdendo qualcosa. Si dice che usiamo il 20% della nostra capacità intellettuale, credo che usiamo anche una minima percentuale della nostra sessualità, credo che ci sia molto da esplorare. Per fare un esperimento mi sono mascherato e sono andato a una festa di scambisti, ho scoperto che le persone, magari con il piercing ai capezzoli, parlavano del più e del meno, degli esami all’università o di come fanno il sugo. In fondo abbiamo più libertà di quella che usiamo. Ma possiamo sempre uscire dalla porta e scopare con chi ci pare.

Cristiana Paternò
13 Giugno 2016

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