Olivia Musini: gli stimoli non finiscono mai

La produttrice racconta il suo mestiere a New York, ove ha seguito il Maraviglioso Boccaccio di Paolo e Vittorio Taviani, invitato dal Tribeca Film Festival nella sezione Spotlight


NEW YORK – Dal 2012 in Cinemaundici, al fianco del padre Luigi, Olivia Musini è passata da Milano a Parigi a Roma con in testa da sempre la volontà di portare avanti nuovi progetti, anche in collaborazione con altre realtà nazionali ed internazionali. Ce lo conferma a New York, tappa più recente del suo viaggiare, dove ha seguito il Maraviglioso Boccaccio di Paolo e Vittorio Taviani, invitato dal Tribeca Film Festival nella sezione Spotlight. Anticipata dal successo statunitense di Anime Nere – per altro recentemente anche vincitore di Festa do Cinema Italiano a Lisbona – si presta volentieri a raccontare impressioni e i progetti più prossimi. Alcuni dei quali riguardano delle vecchie conoscenze…  

Poco tempo fa in una intervista online dichiarava che ci vorrebbe maggior collaborazione tra i produttori, almeno in Italia. Lo pensa ancora?

C’è più gioco di squadra, almeno per quanto riguarda noi produttori, quelli con cui mi interfaccio io. Tra noi c’è un dialogo stimolante: si tende ad allargare i propri network presentandosi i contatti e suggerendo gli uni agli altri con quali produzioni lavorare. Piuttosto è incredibile come a volte si riesca a farlo di più ritrovandosi all’estero piuttosto che nelle città in cui viviamo, spesso le stesse per molti di noi. 

Tutto sommato è confortante pensando a quanto siate stati all’estero ultimamente…

Siamo reduci dal festival di Pechino, per Maraviglioso Boccaccio, dove erano presenti entrambi i fratelli Taviani. Siamo stati molto contenti, l’accoglienza è stata davvero trionfale. E anche da parte del pubblico, tanto che il film verrà distribuito presto in Cina.  

Come anche negli Stati Uniti, al Tribeca, un festival che dà spesso frutti interessanti…

Anche a New York il responso è stato davvero molto buono. La critica ha dato segno di esser ‘entrata’ nel film, come il pubblico d’altronde. Ma la stessa organizzazione del festival ci aveva già anticipato qualcosa in questo senso.  

Non è la prima volta per voi sul mercato statunitense però, soprattutto di recente. La distribuzione di Anime nere vi aveva dato le stesse impressioni?

Per il film di Munzi siamo andati all’Angelika Film Center, dove alla fine della proiezione c’è stato un dibattito molto particolare con il pubblico. Abbiamo avuto una accoglienza pazzesca, il film è piaciuto tantissimo, e abbiamo ricevuto domande interessate e interessanti di gente che lo ha davvero amato. E poi un film italiano che esce negli Stati Uniti è sempre una bella soddisfazione.  

Anche Maraviglioso Boccaccio avrà lo stesso percorso?

Boccaccio non ha ancora una distribuzione di questo tipo; al Tribeca abbiamo preso contatti, sempre con il circuito del Film Forum, ma ancora non si è definito nulla. Credo però che sia un film che possa trovare un suo percorso negli Stati Uniti e piacere a questo tipo di pubblico.  

Distribuzione a parte? Tornate in Italia con nuovi accordi produttivi?

E’ molto difficile produrre con e negli Stati Uniti, a meno di non fare proprio un film qui, come ha fatto Saverio Costanzo con Hungry Hearts. Altrimenti è molto complesso, bisogna davvero avere il progetto giusto.  

Perché, quali sono i vostri prossimi progetti?

Attualmente quelle che stiamo sviluppando sono tutte coproduzioni europee. Abbiamo in preparazione Assolo, il nuovo film di Laura Morante da regista e attrice, che gireremo a Roma a partire da luglio. Per il resto, opere prime: come quella di Marco Bonfanti, già regista dell’Ultimo pastore che stavolta lascia il genere del documentario, e come il film di Luca Scivoletto, una commedia che il regista – molto amante dei Balcani – ha scelto di ambientare alla fine della guerra in Kosovo, dove si svolgeranno le riprese. Un film dal taglio del tutto diverso, per altro realizzato insieme alla stessa coproduttrice albanese di Vergine giurata di Laura Bispuri, Sabina Kodra della EraFilm. Per nessuno di questi, però, ci sono al momento accordi riguardo a possibili interpreti.

Mattia Pasquini
27 Aprile 2015

Tribeca Film Festival 2015

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Laura Bispuri, il futuro passa per New York

Definito "un film che parla di identità e oppressione in un modo raramente visto al cinema" e che ha saputo sorprendere la giuria del Tribeca Film Festival, Vergine giurata continua a raccogliere riconoscimenti in tutto il mondo. Le emozioni per l'esordiente Laura Bispuri non sembrano finire, come conferma la conquista del recente Firebird Award della Young Filmmakers’ Competition di Hong Kong e il Nora Ephron Prize appena vinto nella città statunitense. "Ricevere un premio a New York ha in sé qualcosa di speciale e di unico. Tra tutti i premi del Tribeca, il Nora Ephron è per me il più importante perché amplifica il senso del film e sostiene con forza e coraggio il mondo delle registe donne"

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Vergine giurata vince il premio Nora Ephron al Tribeca

Il film, scritto insieme a Francesca Manieri e distribuito da Istituto Luce Cinecittà, è in coproduzione con Albania, Kosovo e Svizzera. Proiezione speciale lunedì 27 aprile in 43 sale UCI Cinemas che programmeranno il film, con un prezzo biglietto speciale, in contemporanea agli spettacoli delle ore 18.00 e delle 21.00, all'interno della rassegna "Essai". L’altro riconoscimento al cinema italiano al Tribeca è andato a Valerio Bonelli, per il miglior montaggio con il documentario Il Palio di Cosima Spender






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