Odiosa Juve, il film finanziato dai tifosi

Così s’intitola il documentario che Lorenzo Minoli, fede juventina, sta girando sostenuto da una campagna di crowfunding. Racconto ironico di una comunità unita sotto la bandiera dell’antijuventinità


S’intitola Odiosa Juve il documentario che il regista Lorenzo Minoli, fede juventina, sta girando sostenuto da una campagna di crowdfunding. Sarà il racconto ironico di una comunità sparpagliata nelle curve di tutti gli stadi italiani. che si ritrova unita sotto la bandiera dell’anti juventinità. Tifosi che proprio non sopportano la squadra più forte, la più vincente, ma anche la più contestata del nostro campionato.
“Vogliamo dare voce a un’Italia che non ha avuto modo di esprimersi – dice il produttore Terenzio Cugia di Sant’Orsola di Cineama – Il nostro obiettivo è raccogliere 200mila euro, forti dell’esperienza maturata con il film Io sto con la sposa il cui crowdfunding raggiunse quota 100mila euro. Ma vorremmo anche avere dagli antijuventini contributi creativi, idee, slogan, striscioni”.

Il regista Minoli intende ricercare l’elemento unificante dei tanti sentimenti antijuventini, in particolare dopo la calciopoli del 2006 che revocò alla squadra torinese due scudetti, quelli del 2005 e 2006. “Non ci interessa analizzare quelle vicende ma raccontare storie e personaggi antijuventini come quella del prete torinese che si augura che il battezzando non diventi mai juventino altrimenti perderebbe l’anima. O il pescivendolo fiorentino che vive come un orgasmo, un’esperienza mistica, la vittoria della Fiorentina sulla Juventus”.
Ma non interpretatelo come un film contro la Juventus, precisa il regista, si tratta della “fotografia di una situazione reale che non si può rimuovere o negare”. Anche il produttore è convinto che sarà un film innanzitutto divertente, che non accenderà l’odio tra tifoserie.

Al lancio della campagna di crowfunding sono intervenuti due ex famosi calciatori. Per Sebastiano Nela, ex giocatore della Roma, le ragioni del sentimento antijuventino sono da addebitare alla classe arbitrale, alla sua sudditanza psicologica. Ma anche al fatto che la squadra ha goduto nel tempo di ampie risorse ed è stata identificata con il potere economico, con la Fiat, aggiunge il produttore.
Sergio Brio, 12 anni con la maglia bianconera come difensore, ricorda il suo primo ingresso nella sede della squadra piena di trofei. “L’aria che respirai da subito era questo obbligo di vincere. In campo talvolta non si giocava con la mente sgombra perché c’era la spada di Damocle della vittoria a tutti i costi. L’allora dirigente sportivo Giampiero Boniperti era solito dire ‘ vincere non è importante ma è l’unica coda che conta’ ”.

Alla fine Odiosa Juve sarà la fotografia di un’Italia (non in bianco-nero) poco conosciuta, che nessuno aveva ancora mai scattato e si vedrà in sala tra marzo e aprile 2016. Le riprese sono già in corso tra Roma, Milano, Torino, Firenze, Napoli, Verona e presto toccheranno alcune città del sud.

Per partecipare alla campagna di crowdfunding: www.indiegogo.com/projects/odiosa-juve
Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@odiosa-juve.com

22 Ottobre 2015

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