Monica Bellucci: “Sulla 194 l’Italia rischia il Medioevo”


Ispirato a un action movie di John Woo e costruito come un fumetto o meglio ancora come un videogioco, Shoot ‘em up (Spara o muori) arriva nelle sale italiane con la Eagle Pictures in 200 copie dall’11 aprile. È la storia di un tizio un po’ giù di morale (Clive Owen) che aspetta l’autobus di notte addentando una carota, ma incrocia sulla sua strada una ragazza incinta inseguita dai killer. Ammazza tutti e scappa col neonato, partorito durante la carneficina, che è coinvolto in un affare che tocca da vicino il candidato democratico alla presidenza. Inseguito dal cattivo Paul Giamatti, Owen è un eroe ironico e animalista che uccide anche a colpi di ortaggi e che non sopporta chi sorpassa senza mettere la freccia, mentre Monica Bellucci è la prostituta di lusso che ha appena perso un figlio e lo aiuterà allattando il bebè e finendo per innamorarsi di lui. La diva recita anche in un buffo napoletano – un’idea del direttore del doppiaggio Francesco Vairano per l’edizione italiana -pronunciando frasi come “non si possono mettere insieme pietre e uova”.

Come è stato doppiarsi in dialetto?
È stato faticoso: è come se avessi fatto il film tre volte. Prima sul set e poi nell’edizione francese e in quella italiana.

Perché ha accettato di lavorare a questo progetto?
Avevo visto lo storyboard e mi piaceva lo spirito del film, che è quello di un fumetto in cui tutto è sublimato all’estremo come in Dobermann. Ho un grande amore per i fumetti, perché sono cresciuta leggendoli, mi piaceva soprattutto Diabolik. Se fossi ragazzina oggi, sarei una fan di internet e invece non so neanche usarlo.

A proposito di fumetti, ha visto “Persepolis”?
No, e ho molta voglia di vederlo. So che è un film forte, pieno di umorismo e coraggioso. Spero che un giorno non ci sia bisogno di fare un Persepolis anche in Italia, perché purtroppo noi donne rischiamo di andare a finire lì.

Pensa ai recenti attacchi alla legge 194?
Penso che sia pericoloso, che in un attimo si potrebbe fare un balzo all’indietro. Non mi piace la strumentalizzazione politica della religione: potremmo ritrovarci nel medioevo in un attimo.

Nel film si fa polemica contro le armi vendute con grande facilità, ma contemporaneamente c’è un’esaltazione della violenza nel suo aspetto estetico e dinamico.
La pistola è sicuramente un oggetto molto cinematografico e in questo caso è talmente eccessiva da essere sublimata, ma è vero che in America chiunque può entrare in un negozio e comprare un’arma, anche un ragazzino di 16 anni.

Da quando Carla Bruni è diventata la moglie del premier francese è cambiato qualcosa per le italiane di Francia come lei?
Non è cambiato niente. Comunque è inutile chiedermi di Carla, ne so quanto voi. Non vado certo a prendere il caffè all’Eliseo.

Le piace lavorare in Italia?
Sono sempre felice di tornare qua: tra l’altro è stato un film italiano, Malèna, che mi ha reso popolare negli Stati Uniti. Presto mi vedrete in Sangue pazzo di Marco Tullio Giordana con Luca Zingaretti e ho recitato anche per Maria Sole Tognazzi in un film intitolato L’uomo che ama. Oggi i film italiani vanno quasi tutti bene: c’è un rinnovamento interessante. Per favore, non parliamo di crisi, anche il cinema francese è in crisi.

Ha altri film in arrivo?
Ho girato nel Salento Non voltarti di Marina de Van dove recito insieme a Sophie Marceau: lei è una donna francese che, tornata in Italia alla ricerca delle sue radici, si trasforma in me. Poi farò The Private Lives of Pippa Lee di Rebecca Miller, racconta di una donna che ripercorre la sua vita. Qui recito accanto a Winona Ryder, Robin Wright Penn e Julianne Moore.

Una curiosità frivola: com’è stato baciare Clive Owen?
Non è niente male, eh? Però un bacio da set non è come il bacio che dai all’uomo che ami, magari mentre lo fai pensi alla battuta che dovrai dire subito dopo. Anche nella scena in cui facciamo l’amore e dobbiamo schivare le pallottole, il problema principale è stato proprio studiare i movimenti giusti nel casino generale.

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04 Aprile 2008

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