GIFFONI. Qui al Festival stiamo scoprendo quali sono i supereroi preferiti delle star. Mark Ruffalo senza mezzi termini ha detto che il suo è Hulk. Ovviamente. Ma non solo: anche Wolverine. Peccato per lui che il posto sia stato già occupato da Hugh Jackman. Ieri è stata la volta di Martin Freeman, il quale non avendo la titolarità di alcun supereroe cinematografico al momento (né il dottor Watson, sodale di Sherlock Holmes, né il tolkeniano d’origine e jacksoniano di adozione Bilbo Baggins possono essere considerati tali), ha ammesso di preferire in assoluto un supereroe questa volta non targato Marvel ma Dc Comics: Batman! E anche qui, al momento, la titolarità ufficiale è saldamente di diritto di Christian Bale.
I ragazzi, giurati e non, sono andati in visibilio per questo attore molto affezionato alla propria famiglia, per lui più importante di tutto, un ultraquarantenne elegante, misurato, insomma molto “british” nel contegno e nel tono delle risposte, specialmente quando ha ammesso che “la felicità di un attore sta nel essere soddisfatto del proprio lavoro, a prescindere dal consenso esterno”.
Ha molto apprezzato che qualcuno gli chiedesse del suo ‘Riccardo III’ teatrale, fiero come ogni attore di rango della propria attività sul palcoscenico. “Recitare a teatro è la vera palestra di un attore, io ho imparato tutto lì, ma mettere in piedi uno spettacolo è molto difficile, richiede tanto tempo e concentrazione”.
Freeman non si è sbilanciato sulle avventure della nuova stagione di Sherlock, al fianco di Benedict Cumerbach, ma ha sottolineato come avrà una forte connotazione italiana, avendo come location anche Venezia.
Vince nella categoria Elements + 6 il film di Micol Pallucca sull'importanza dell'amicizia, e in Gex Doc Mimmo Verdesca con un excursus sugli enfant prodige del cinema dal neorealismo ad oggi
I vincitori delle sezioni storiche del festival, la +13 e la +16, sono il tedesco Sanctuary di Marc Brummond e l'americano All the wilderness di Michael Johnson. Il primo è ambientato a cavallo fra gli anni ’60 e ’70, quando i riformatori per minori in Germania erano luoghi di tortura e nasce da una serie di interviste, circa 3mila, che il regista ha realizzato fra i superstiti di quei luoghi infernaii. All the Wildernes indaga invece il travagliopsicologico di un ragazzino alle prese con il dolore provocato dal suicidio del padre
"La tv sta vivendo un'epoca d'oro amerei molto avere la possibilità di sviluppare un personaggio per un lungo periodo di tempo. Per questo sto lavorando all'idea di una serie insieme ad alcuni produttori americani - dice il popolare attore inglese parlando dei progetti futuri al Giffoni Film Festival - In Pirates of the Caribbean: Dead Men Tell No Tales ho una piccola parte. Ma sono molto contento di essere tornato, di ripresentare Will Turner e di farvi conoscere mio figlio"
Né Giulietta né Romeo, presentato a Giffoni e patrocinato da Amnesty International, racconta la storia di un 16enne che scopre la sua omosessualità e per questo è preso di mira da un bullo della sua scuola. Ma la battaglia più dura per il ragazzo è quella che deve affrontare in famiglia, con due genitori ricchi, separati, poco presenti, culturalmente aperti eppure incapaci di ascoltare il figlio. Veronica Pivetti rivendica la scelta di utilizzare il genere della commedia per raccontare una storia drammatica: “Il mio è un film sui pregiudizi e sulla diversità e il fatto che si rida non vuol dire che non sia serio”