‘Linda e il pollo!’, l’animazione d’autore per l’ingiustizia dell’infanzia

Il film animato di Chiara Malta e Sébastien Laudenbach, nella cinquina dei finalisti all’EFA - categoria European Animated Feature Film, in Concorso al TFF, in sala nel 2024: la voce italiana del papà è di “Pietro Sermonti, che ha dato al film qualcosa di autentico, una sincerità spettacolare"


TORINO – L’incontro di due personalità, quella magistrale di Sébastien Laudenbach, autore dell’animazione francese (il suo La Jeune Fille sans mains è stato presentato a Cannes, premiato al Festival di Annecy e in Concorso per il César), e quella fuori dagli schemi predefiniti di Chiara Malta – attualmente in Italia per girare la prima stagione di una serie prodotta da Grøenlandia e Fidelio – per una tavolozza che sceglie una gamma circoscritta ma decisa di tonalità cromatiche, dal giallo la viola, a riempire figure e oggetti che raccontano la storia realistica di Linda e il pollo, film animato in Concorso nella sezione Lungometraggi del TFF.

Chiara Malta specifica che “per me è un film IN animazione, non DI animazione: volevo che l’estetica fosse un po’ coerente con l’argomento: succede che ad un certo punto ci si ribelli e volevo non rispettare la cronologia di fabbricazione dell’animazione, ma far un po’ di testa mia, come farebbe un bambino, così facendo un set sonoro per esempio, con il suono che precedesse il disegno e la linea precedesse il sonoro con l’evoluzione dei personaggi. Non ho fatto storyboard, perché è un modo per incastrare i film, ho chiesto di fare immediatamente l’animatic perché avevo bisogno fosse come dal vero. Per la linea non c’erano dei modelli: al cinema gli attori si trasformano, così non volevo il rispetto del model sheet, agli animatori è stata chiesta una linea libera. Per il colore volevo la monocromia, ricordando un libro: Piccolo blu, piccolo giallo, oltre al permettere un basso budget; e poi, i bambini tendono spesso a colorare un personaggio di un unico colore. Di fatto, però, il film i bambini li tira verso l’alto: io avevo in mente i film di Peter Bogdanovich. Poi, con Sébastien Laudenbach ci sono almeno 20 anni di collaborazione, in vari modi. Ci conosciamo molto bene e gli ho chiesto di occuparsi della direzione dell’animazione; ero certa mi avrebbe seguita nella linea piegata al senso del film. Si tratta di una tecnica che serve allo scopo: un certo tratto, una scrittura tesa verso un incidente, l’effetto domino, con la politica dell’incidente che volevo fosse anche nel disegno, perché potesse guadagnare in vivacità; la sua tecnica metteva l’incidente, per questo l’ho chiamato”.

Il punto di vista del film è quello dell’infanzia e il film è capace di volteggiare tra gli opposti, qui complici: infatti Malta e Laudenbach fanno danzare la loro storia tra tenerezza e anarchia, tra poesia e spasso.

“Non so se sia un film sul lutto, che potrebbe essere qualcosa di pesante; è un film sulla ricerca della memoria, qualcosa di più vivo e attivo; è un film sul rapporto madre-figlia e un film sull’ingiustizia dell’infanzia e sulla collettività, perché insieme è più facile farcela. Io volevo che la morte dialogasse con la vita”, spiega Chiara Malta, che racconta di essersi “ricordata di una sensazione di bambina, di quando vivi fuori con gli altri e sei felice, poi ti chiamano a casa, e lì è grigio e l’esterno non è condivisibile con gli adulti, così volevo portare la mamma fuori con lei, per farle condividere. E nell’epilogo c’è un’idea di tribù, non famigliare: l’idea dei cerchi come contenitori della memoria, che poi diventano un  punto e spariscono, come stelle, o pianeti, perché tutti viviamo e infine moriamo”.

La fantasia è soprattutto visiva, espressa nella forma d’arte che gli autori hanno conferito all’estetica, ma Linda e il pollo non si narra, invece, attraversando universi fantastici, perché racconta una quotidianità consueta, la vita di un quartierino residenziale dei nostri giorni.

“È curioso come, quando si fa un film per bambini, si banalizzi, come se fossero persone stupide: mentre fare film per bambini coinvolge anche gli adulti. La trama è una scusa per presentare una galleria di personaggi, la formulazione di un desiderio. È un film che critica, che prende in giro, che è insolente, facendo cadere gli adulti: c’è una forma di indulgenza verso gli adulti e tutti i personaggi sono deboli perché siamo tutti deboli”, spiega l’autrice.

Nella storia, c’è stato un evento scatenante, la sottrazione di un anello di Paulette, la mamma di Linda, che per questo è stata punita: ma non è stata Linda a compiere il fatto e la mamma adesso vuol farsi perdonare; l’unico modo per sortire effetto sulla bambina è addolcirle il palato con un piatto di pollo ai peperoni, peccato la signora non sappia cucinare e che oggi, proprio oggi, sia stato indetto uno sciopero generale: come ci si potrebbe spostare facilmente durante uno sciopero generale? Comincia così l’avventura di Linda e Paulette, della nonna e poi dell’intero quartiere, alla ricerca dell’evocato pollo. Un’avventura moderna, senza voli pindarici in altrove fantasmagorici, eppure un viaggio nella memoria famigliare, non psichedelico ma malinconico, non ipereccitante ma pervaso di dolcezza, perché quella ricetta, per Linda, ha il profumo del ricordo del suo papà la cui “voce italiana è di Pietro Sermonti, che ha dato al film qualcosa di autentico: lui ha qualcosa di molto spettacolare, una sincerità spettacolare, perché quando il papà arriva non deve essere dimenticato”.

Il film ha conquistato anche la cinquina dei finalisti all’EFA – categoria European Animated Feature Film e uscirà nelle sale nel 2024 distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, per cui “l’animazione per la distribuzione è sempre un po’ complessa perché si intendono i film per bambini come per publico limitato: il nostro apporto al progetto è cercare di raccontarlo al meglio perché è un film importante per tutti, di valore per la sala, dove lo porteremo la prossima estate”.

Nicole Bianchi
25 Novembre 2023

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