L’addio al TFF di Steve Della Casa: “Lascio un festival in ottima salute”

Il discorso di commiato del direttore artistico del Torino Film Festival alla fine di un biennio che lo ha visto imporsi come una manifestazione “dialogante” e “strabica”, capace cioè di guardare insieme al passato e al futuro


TORINO – “Questa è l’ultima edizione che dirigo e non credo che ci sarà un ritorno. Si chiude una fase importante della mia vita e si chiude bene, perché sono molto contento di quello che abbiamo fatto”. C’è un po’ di emozione nella voce del direttore artistico del 41° Torino Film Festival, Steve Della Casa, che alla fine della cerimonia di premiazione ha ringraziato tutti i suoi collaboratori per averlo accompagnato in questo viaggio di due anni, a distanza di venti dalla sua precedente direzione. La prossima edizione, che si terrà dal 22 al 30 novembre 2024, vedrà infatti come direttore artistico il regista Giulio Base.

“Credo che il festival abbia dato un contributo molto importante a far crescere il sistema cinema torinese. – continua Della Casa – Tra tutte le istituzioni del cinema è quella che per prima ha segnato un nuovo corso. Il Museo del Cinema ha iniziato ben prima, nel ’53, mio coetaneo, però ha avuto il suo rilancio di massa con l’apertura nella Mole Antonelliana nel 2000. Il TFF che si chiamava Festival Cinema Giovani e che fu pensato da Gianni Rondolino, un personaggio fondamentale della cultura, ha cominciato solo dall’82”.

“Per quanto riguarda la selezione abbiamo cercato tematiche molto d’attualità che stanno alla base del film di Paola Cortellesi, che l’anno scorso venne a fare qui una masterclass. La fece a un orario insolito, le 2, perché stava girando questo film, che è stato capace di centrare un tema molto importante, quello della violenza domestica e sulle donne. La sensibilità del comitato di selezione è stata notevole e forte”.

“Un altro dato interessante che mi ha fatto molto piacere: le sale con John Wayne, Sergio Citti e i restauri erano sempre piene, ma non solo di vecchi arnesi della cinefilia, ma anche piene di ragazzi. Una lezione importante per due motivi. Uno, perché il Torino Film Festival ha avuto successo grazie anche alle sue grandi retrospettive.”.

“Il motivo esterno è puramente critico. Leggo con grande stupore cose del tipo: il metaverso cambierà il cinema. Era già accaduto per Second Life, e ora nessuno se ne ricorda più. Questo essere abbacinati dalle nuove ricerche tecnologiche, che comunque sono importanti e vanno seguite, è una maniera miope per guardare la storia del cinema. I Festival devono essere strabici, cioè devono guardare al passato e al futuro contemporaneamente. Il passato, se ben presentato, proposto e commentato è un elemento che trova il suo pubblico. Non sono cose polverose, sono cose importanti che hanno molto successo.”

“Quest’anno c’erano molti film che appartenevano al sistema cinema torinese (Film Commission e TorinoFilmLab). Un segnale di arricchimento molto importante. Le istituzioni che si occupano di cinema devono dialogare il più possibile e io ho cercato di fare che il mio festival fosse una istituzione dialogante. Sono certo che avverrà anche per il futuro, ma è sempre bene ricordarselo perché un sistema cinema come quello torinese, che ha il passato, il presente e il futuro dentro di sé, non è facile da trovare in giro. Per l’Italia e forse per il mondo è una peculiarità importante e va assolutamente sviluppato”.

Prima di ricevere una maglia personalizzata del Torino dall’ex calciatore granata Renato Zaccarelli, Della Casa ha salutato con allegria gli astanti festosi: “Ringrazio tantissimo il Museo del Cinema per avermi richiamato, mi ha fatto molto piacere. Credo di lasciare un Torino Film Festival in ottima salute a chi mi succederà”.

Carlo D'Acquisto
02 Dicembre 2023

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