L’adolescenza è una lente d’ingrandimento. Amplifica tutto, esaltando ogni sentimento in un’età in cui la maggior parte di noi non ha l’esperienza o l’autocontrollo per poterlo gestire. È un periodo difficile – François Truffaut la definiva “un brutto quarto d’ora da passare” – in cui le emozioni provate da bambini diventano molto più forti e vigorose fino a quando diventa una sfida domarle, e i nuovi sentimenti e impulsi che arrivano con l’incombere dell’età adulta possono essere troppo da sopportare. Basta dare uno sguardo al successo planetario Inside out 2 per vedere incarnati questi concetti.
Non c’è un momento preciso in cui smettiamo di essere ragazzi per diventare grandi, ma un insieme di esperienze e occasioni che ci accompagna in questo passaggio delicato ed entusiasmante. Per ciascuno di questi momenti esiste almeno un film che ci tende la mano con la sua storia, per aiutarci a riflettere e a costruire al meglio la nostra, di storia. Da oggi su CinecittàNews 20 film da amare prima dei 20 anni: non un elenco esaustivo, ma una traiettoria da fare insieme per conoscere una manciata di opere necessarie per innamorarsi del cinema da giovani.
Cominciamo con il film di Peter Weir del 1989, L’attimo fuggente.
L’impareggiabile Robin Williams ha ispirato una generazione a vivere con passione e a stare in piedi sulla propria scrivania e 35 anni dopo, quell’ispirazione è più forte che mai. Candidato a quattro premi Oscar® e vincitore del premio per la Miglior Sceneggiatura Originale di Tom Schulman, L’attimo fuggente vede Williams nei panni di Mr. Keating, un vivace insegnante di inglese che rompe gli schemi di un rigido collegio del New England per ispirare i suoi studenti a vivere vite coraggiose e appassionate. E lo fa utilizzando la letteratura.
È un film che andrebbe visto e rivisto, di tanto in tanto, ma che guardato prima dei 20 anni acquista un sapore diverso e un impatto travolgente. Insegna delle lezioni importanti, valide universalmente. Ecco le 5 più importanti.
“Dobbiamo costantemente guardare le cose in modo diverso”.
Un giorno, il signor Keating salta sulla sua scrivania ed esalta le virtù di vedere le cose da una prospettiva diversa. Insegna agli studenti che una mente aperta, desiderosa di comprendere punti di vista diversi, è fondamentale. Quindi chiede a ciascuno dei suoi studenti di salire a turno sulla cattedra, guardandosi intorno per scoprire il mondo da un’altra angolatura. Sciocco? Forse. Efficace? Sicuramente.
“C’è un tempo per osare e un tempo per essere prudenti”.
I ragazzi si appassionano subito allo stile poco ortodosso del signor Keating e prendono a cuore le sue lezioni, ma uno studente si spinge un po’ troppo contro le regole della scuola, pagando per la sua insolenza. Il signor Keating interviene e incoraggia gli studenti a usare la saggezza quando si fanno delle scelte. Si cresce davvero quando si impara a riconoscere il momento giusto per fare la cosa giusta.
“Dovete sforzarvi di trovare la vostra voce“.
È troppo facile diventare parte del gregge, credere e dire quello che dicono tutti anche se non ci crediamo. È più difficile, invece, rimanere fermi nelle nostre convinzioni e riconoscere la nostra voce. Perché più seguiamo la corrente, più diventa difficile trovare il nostro fiume in cui nuotare liberi.
“Quale sarà il tuo verso?”
In uno dei momenti più belli e struggenti del film, il signor Keating parla delle vite di coloro che ci hanno preceduto. Ognuno di loro ha lasciato un segno e ha contribuito con un verso al “potente spettacolo” che è la nostra esistenza collettiva. Siamo tutti parte della storia che si sta creando intorno a noi. Quale sarà il nostro contributo, il nostro verso (inteso poeticamente)?
“Carpe diem. Cogliete l’attimo, ragazzi. Rendete le vostre vite straordinarie“.
È impossibile pensare a questo film senza dire ad alta voce “Carpe Diem!”. Significa “cogli l’attimo” ed è la citazione più famosa del film, quella che ispira gli studenti – e tutti noi – a vivere la propria vita con passione, scopo e vitalità.
L’attimo fuggente è anche un film notevole dal punto di vista della narrazione visiva. Basti pensare alla sua “cinematografia” (quella che è impropriamente detta “fotografia”). La capacità che ha di trasmettere il modo in cui le idee di Keating assumono una forma così radicale. Gran parte del movimento della macchina da presa nel corso del film è costante e tradizionale, soprattutto all’interno delle sale della scuola, la Welton.
Le scene nell’auditorium principale, in particolare, sono inquadrate dal punto di vista di un uomo in alto, che osserva un’orda di giovani seduti e che agiscono all’unisono.
Le cose cambiano, però, nei momenti in cui gli insegnamenti di Keating iniziano a prendere piede. Nelle scene in cui l’eccentrico insegnante spinge Todd Anderson (Ethan Hawke) a scavare in profondità e a trovare il fuoco libero che è in lui per creare il suo “verso”, o in cui Neil Perry (Robert Sean Leonard) ruba il libro di un suo amico e inizia una parata nel dormitorio con quello, la telecamera vortica con movimenti eccentrici e in movimento continuo. Con questo colpo di scena, il film comunica i modi vertiginosi in cui la filosofia di Keating ha smontato questi giovani uomini.
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