L’inno alla libertà di “Caricaturistes”: una risata seppellirà il potere

l documentario Fantassins de la démocratie, co-produzione europea firmata Stéphanie Valloatto arriva oggi fuori concorso al Festival di Cannes con 12 artisti dell'illustrazione e dell'arguzia che cond


CANNES – “Tutto è partito dall’idea di testare il livello di democrazia dei paesi attraverso quello di libertà di espressione dei vignettisti satirici, ovvero le figure più censurate”. Da questo presupposto, e dall’amicizia tra il vignettista francese Plantu e il regista Radu Mihaileanu, è nato Caricaturistes – Fantassins de la démocratie, una co-produzione europea firmata Stéphanie Valloatto che arriva oggi fuori concorso al Festival di Cannes con dodici artisti dell’illustrazione e dell’arguzia che, come si scopre nel documentario, conducono una battaglia quotidiana per tutelare la democrazia.

Chi tratteggiando un gattino irriverente su Facebook o sui muri di Tunisi (come Nadia Khiari, il cui personaggio è diventato il simbolo della rivoluzione tunisina), chi prendendo di mira (sistematicamente, come Boligàn) i temi tabù del suo Messico: il presidente, i narcotrafficanti e la vergine di Guadalupe. Il risultato è un’affascinante e interessantissima geografia della risata intelligente e dello sberleffo che offre indizi illuminanti sul grado di libertà dei paesi grazie a 12 artisti folli e audaci che sfidano i divieti a colpi di matita, rischiando spesso la pelle. Sono il francese Plantu (vignettista di Le Monde), l’algerino Slim, la venezuelana Rayma Suprani, il messicano Boligàn, il russo Zlatkovski, il belga-israeliano Kichka, il palestinese Boukhari, il cinese Pi San, la tunisina Nadia Khiari, l’americano Danziger, l’ivoriano Zohoré e il franco-burkinabè Glez. Ma c’è anche uno zampino italiano in questo progetto internazionale, ovvero il co-produttore Riccardo Marchegiani, che racconta a Cinecittà News: “L’idea del film è nata da una chiacchierata tra Plantu e Radu Mihaileanu, che sono molto amici. Quest’ultimo non aveva mai fatto il produttore, ma ha creduto talmente tanto in questo documentario da volerlo sostenere in ogni modo. Insieme hanno coinvolto Stéphanie Valloatto e, dopo un periodo di preparazione, nel luglio 2013 sono iniziate le riprese in giro per il mondo con una troupe molto agile”.

Il film uscirà il 28 maggio in Francia, poi in Belgio e nei prossimi mesi in Italia con Istituto Luce Cinecittà: “Sono i tre paesi co-produttori – continua Marchegiani – Istituto Luce Cinecittà ha aderito immediatamente al progetto, che in una fase iniziale prevedeva un racconto diacronico con un excursus storico fino all’epoca del fascismo. Poi si è optato per raccontare solo il presente, anche se con qualche piccolo riferimento al recente passato, con la vignetta su Maometto che fece scandalo e con la vicenda di Ai Weiwei“. Nessun vignettista italiano, però, “perché l’Europa era già molto rappresentata”, dice Riccardo Marchegiani, imbarcato nell’avventura grazie all’amicizia storica con Radu Mihaileanu e al lungo lavoro fatto negli anni con lo zio Fabio Conversi.

Un budget di un milione di euro con l’ambizione di mettersi “in prima linea per la democrazia”, restituendo le imprese quotidiane di un gruppo di eroi dalla matita creativa, che magari editano un giornale per una popolazione per lo più analfabeta, come quella del Burkina Faso, “contando sul fatto che recepiscano il racconto dei disegni”, o che aggirano il divieto di rappresentare il presidente venezuelano Chavez trasformandolo in una banana. Uomini e donne che combattono sulla stessa barricata del siriano Ali Ferzat, che è stato rapito e a cui sono state spezzate le dita per impedirgli di disegnare le sue vignette anti-regime. Artisti che sfidano la censura, l’autocensura e le pressioni di caporedattori più realisti del re che, nel 2006, hanno anche creato Cartooning for peace, con il patrocinio dell’ONU, per riflettere sulla responsabilità editoriale delle immagini pubblicate.
Con la consapevolezza che… “una risata li seppellirà”.

19 Maggio 2014

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