L’albero della rinascita di Charlotte Gainsbourg


CANNES – Dopo aver conquistato il premio come miglior attrice proprio qui un anno fa, Charlotte Gainsbourg torna al festival di Cannes con The Tree, opera fuori concorso che chiude la kermesse. Come anticipato dal titolo, la Gainsbourg si ritrova a recitare accanto ad un albero speciale, così come fu in Antichrist di Lars Von Trier. Ma stavolta le atmosfere horror sono lontane. Anche se un pizzico di paranormale può essere rintracciato pure nell’opera di Julie Bertolucci. The Tree infatti racconta la storia di una famiglia australiana, gli O’Neill, in cui regna amore e complicità. Un giorno il marito muore d’infarto, lasciando nella disperazione la Gainsbourg, madre dei suoi 4 figli. La terzogenita, Simone, (la bravissima Morgana Davies di soli 7 anni) crede che il padre si sia reincarnato nell’albero sotto cui è morto, un gigantesco arbusto secolare fuori casa, e per questo passa molto tempo arrampicata sui rami a parlare e ascoltare la pianta. Presa dallo sconforto anche la madre comincia a credere a questa teoria, fin quando la siccità del terreno non spinge le radici dell’albero a causare seri danni alle proprietà circostanti tanto da renderne necessario l’abbattimento.

Adattamento cinematografico del libro di Judy Pascoe, “Our Father Who Art in the Tree”, il film è una coproduzione tra Australia e Francia, nonchè il secondo lungometraggio della Bertuccelli, figlia del regista Jean-Louis, rivelatasi sulla Croisette nel 2003 con Da quando Otar è partito che qui vinse il Premio della Settimana della Critica. La figura dell’albero è stata determinante anche per la cineasta nella scelta iniziale: la Bertuccelli infatti avrebbe voluto portare sul grande schermo un altro romanzo con un albero dentro come, ‘Il barone rampante’ di Italo Calvino, ma i diritti erano bloccati. Così quando una cugina le ha regalato il libro della Pascoe, la cineasta ha capito subito di aver trovato la sua storia e non si è fatta sfuggire l’occasione.

La regista ha anche deciso di cambiare location, ambientando il film in Australia, dove a suo dire “la forza della natura si rivela in tutta la sua possenza ricordando sistematicamente all’uomo quanto lui sia solo una parte del disegno”. E non quella più importante. Distese sconfinate, l’oceano e il vento, sono infatti elementi sempre presenti nell’inquadratura. Quello che pare interessare di più alla Bertuccelli è l’elaborazione del lutto della famiglia O’Neill, raccontata in modo veritiero e semplice, senza cadere troppo nell’aspetto paranormale: ciò che emerge è il ritratto di 4 ragazzini svegli e di una madre che, invece, non vuole accettare la scomparsa del marito e la mattina fa fatica anche ad alzarsi.

Ma le cose sono destinate a cambiare per lei: sarà l’albero ancora una volta a dettare i tempi e forzare le situazioni fino a quando ciascuno dei protagonisti non avrà chiaro cosa fare per rinascere. 

22 Maggio 2010

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