“Dentro di me scorre la vita, dentro di te cibo messicano”. Questa è una delle battute velenose, ciniche e divertentissime di una sceneggiatura originale (in tutti i sensi) non a caso premiata con l’Oscar, nonostante le commedie difficilmente arrivino anche solo a essere candidate e nonostante sia un film “anche” e soprattutto per giovani.
Juno di Ivan Reitman è un film del 2007 intelligente, spiritoso e coinvolgente. Dolce, senza essere mieloso, affascinante senza darlo a vedere. Disinibito, ma pieno di emozioni autentiche. In poche parole ci troviamo davanti a una delle migliori teen comedy della storia del cinema. E in più con una protagonista straordinaria, recitata da una giovanissima attrice in stato di grazia che è Ellen Page, da non molto diventata Elliot Page in seguito al cambiamento di genere.
L’esorbitante Diablo Cody ha scritto una delle sceneggiature più divertenti dei primi anni 2000 che comincia con una sequenza di apertura in animazione rotoscopica impressionante. Ma è tutta la trama a brillare con battute che si potrebbero conservare a decine su un nostro taccuino ideale delle citazioni. Dialoghi all’apparenza astrusi e furbi, ma sotto i quali palpita una storia di formazione molto umana, con una Page coinvolgente, energica e vulnerabile sotto la sua manifesta eccentricità. Vederla crescere in un’ottica di responsabilità, mentre osserva come gli adulti affrontano o non affrontano le loro, rivela un messaggio potente e che a distanza di oltre 15 anni dell’uscita è rimasto intatto.
Nel film, Juno MacGuff scopre di aver avuto una gravidanza non pianificata con il compagno di classe Paulie Bleeker (Michael Cera). Sebbene inizialmente decida di interrompere la gravidanza sul nascere in una clinica per abortire, cambia improvvisamente idea. La migliore amica Leah (Olivia Thirlby) aiuta Juno a trovare una coppia di genitori che adottino il nascituro. Li trovano in Mark (Jason Bateman) e Vanessa (Jennifer Garner).
Juno li incontra e scopre che Mark condivide con loro l’amore per la musica. Il dramma sorge mentre le cose continuano a svolgersi: scopriamo che Mark non è pronto a diventare padre. I genitori di Juno, Mac (J.K. Simmons) e Bren (Allison Janney), non potrebbero essere più solidali.
Jason Reitman è un regista brillante che ha avuto un approccio al casting molto intelligente: ha deciso di fare dei provini piuttosto che delle audizioni individuali. Se si considera l’importanza della chimica in questo film, si è rivelata una decisione geniale.
Dal punto di vista musicale, la colonna sonora è arricchita dal lavoro di una cantautrice raffinata come Kimya Dawson sia da artista solista che come parte delle Antsy Pants e delle Moldy Peaches. Le sue canzoni orecchiabili e memorabili s’innestano nella partitura del compositore Mateo Messina che riesce a incorporarle con una tale armonia da trasfomare Juno nell’album di colonne sonore più venduti dell’epoca.
Il film è diventato un cult, ma prima ancora un grande successo di pubblico, guadagnando 231 milioni di dollari in tutto il mondo a fronte di un budget di produzione di 6,5 milioni di dollari. Non si vedranno mai più incassi del genere per un film indipendente, non per come stanno andando le cose.
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