Jasmine Trinca: “essere qui in giuria è come chiudere un cerchio”

A 21 anni dal suo esordio ne La stanza del figlio, l’attrice torna a Cannes per presentare il suo primo film da regista e per far parte della giuria presieduta dall’attore francese Vincent Lindon. Tra


CANNES – Si respira aria di normalità a Cannes. Dopo due anni complicati, la conferenza stampa di presentazione della giuria, momento che apre formalmente la 75esima edizione del Festival, torna a essere gremita di giornalisti e vivacemente partecipata. Tutti, da una parte e dall’altra dei microfoni, sono vistosamente grati di far parte di questo evento, in qualche modo storico.

La responsabilità di assegnare una Palma d’oro così importante viene sottolineata un po’ da tutti i membri della giuria, in particolare dal presidente Vincent Lindon. “L’unico modo per riuscire a svolgere questo compito – dichiara – è tornare a esser un semplice spettatore, proprio come quando eravamo bambini. Guardare film con il cuore prima che con il cervello. Lasciarsi abbandonare alle emozioni senza preconcetti, senza pensare a quello che già sappiamo del regista, ai suoi film precedenti o ai premi che ha vinto. Ho lasciato il me stesso attore a Parigi. Non mi piace la parola giudice, proverò a mettermi nei panni degli eroi e delle eroine che vedrò sullo schermo”.

L’attore, habitué di Cannes fino alla sua ultima partecipazione nel film vincitore della scorsa edizione Titane, si prende la responsabilità di rispondere alla domanda relativa alla guerra in atto e al modo in cui potrebbe avere un impatto sul loro giudizio. Secondo Lindon è inevitabile che questo accada, anche solo “subliminalmente, psicologicamente”. Il loro sforzo, in quanto giurati, sarà quello di sapere guardare allo stesso modo film con tematiche affini alla guerra e film completamente distanti. “In sala abbiamo l’occasione di diventare qualcun altro e dimenticarci per un po’ di quello che accade nel mondo. Al tempo stesso dobbiamo avere grande rispetto per quello che sta accadendo a pochi chilometri da qui e agire in modo onesto”.

Giacca di pelle nera su maglia bianca, Jasmine Trinca si presenta con tutta la sua vibrante energia, sorridente e consapevole di stare vivendo un momento cruciale per la propria carriera. L’attrice italiana, infatti, oltre a essere uno dei componenti più giovani della giuria, presenterà nel corso del festival il suo primo film da regista: Marcel!. A 21 anni dal suo debutto da attrice ne La stanza del figlio di Nanni Moretti, insomma, Cannes farà da cornice anche per il suo primo passo da autrice. “Sono felice di essere qui ancora una volta. – rivela – La mia carriera nel cinema è iniziata a Cannes, quando avevo solo 19 anni. La mia vita prima di quel film era molto diversa, Cannes l’ha cambiata completamente. Ho scoperto il lato glamour delle cose. Di quella esperienza ricordo la magia di condividere l’esperienza con il pubblico nella Sala Lumière, che è enorme e meravigliosa, al fianco del regista che mi ha cambiato la vita. Sono tornata a Cannes con il lunghissimo film di Marco Tullio Giordana, La meglio gioventù, che ha vinto Un Certain Regard. Sono stata molto fortunata, sono cresciuta insieme a questo Festival. Amo le persone, amo lo spirito di Cannes. Per me stare qui è come chiudere un cerchio”.

Tra le presenze più prestigiose in giuria c’è certamente quella del regista iraniano due volte premio Oscar Asghar Farhadi, che risponde a una domanda sul processo per plagio che ha riguardato il suo ultimo film, Un eroe, in patria: “Ho visto il documentario di Azadeh Masihzadeh a un laboratorio. Il mio film è arrivato diverso tempo dopo e, semplicemente, si ispira allo stesso fatto reale, accaduto un paio di anni prima della realizzazione del documentario. Quando un evento accade diventa di dominio pubblico e puoi farne quello che vuoi. La mia è solo una interpretazione di quella vicenda”.

Dal sapore internazionale è anche la presenza dell’attrice svedese Noomi Rapace, lanciata dalla saga di Uomini che odiano le donne, approdata a Hollywood e, infine, tra i protagonisti di Lamb, vera e propria sorpresa dell’ultima edizione di Un Certain Regard: “Questo festival è una delle più belle e forti celebrazioni della più potente forma d’arte al mondo. Sono grata di essere qui, accanto ai miei eroi. Siamo tutti cresciuti in posti diversi, i film per me sono l’essenza delle emozioni, sono ossigeno. Sono in grado di comunicare le cose che non puoi vedere in prima persona. I film possono viaggiare e comunicare, per questo credo che non siano mai stati importanti come ora”.

Toccante la dichiarazione dal regista francese Ladj Ly, autore del successo internazionale del 2019 I miserabili: “Avere ricevuto un premio qui a Cannes è stato bellissimo. Sono molto orgoglioso di essere qui. È un onore. Far parte di questa giuria è un tipo di offerta che non si può rifiutare. La mia presenza qui comunica che tutti possono farcela. Non importa da dove inizi il tuo percorso, anche le persone più umili possono arrivare a esser membri della giuria di Cannes, al fianco dei più grandi attori e registi al mondo”. Completano la giuria l’attrice britannica Rebecca Hall e quella indiana Deepika Padukone, il regista statunitense Jeff Nichols e quello norvegese Joachim Trier.

17 Maggio 2022

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