In sala ‘Making of’, commedia umana sul fare cinema

Il film di Cédric Kahn in sala con Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection

Making of

Immaginate se Boris fosse ambientato sul set di un film di Ken Loach. Simon, un rinomato regista di pellicole a sfondo sociale, è impegnato nella realizzazione della sua ultima opera: la storia di un gruppo di operai che lotta per evitare la chiusura e la delocalizzazione della loro fabbrica. Tuttavia, la produzione si trasforma rapidamente in un vero percorso ad ostacoli.

Tra produttori che cercano di imporre un finale felice, finanziatori difficili da raggiungere, un attore egocentrico che crea più problemi di quanti ne risolva, e una troupe sul punto di ribellarsi, le difficoltà non mancano. A raccontare tutto è Joseph, una comparsa con ambizioni da regista, incaricato all’ultimo minuto di filmare il dietro le quinte di questo (probabile) disastro annunciato. Il risultato dimostrerà che, a volte, la realizzazione di un film può essere più intrigante del film stesso e che spesso l’arte e la vita finiscono per essere praticamente indistinguibili.

Al cinema con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection Making of di Cédric Kahn, che è al contempo un film su degli operai in sciopero, uno su un regista esaurito intrappolato nella contraddizione posta in essere dalla sua etica e la sua ambizione, e il making of – come dice il titolo – di una pellicola, incentrato su chi lavora dietro le quinte e viene dimenticato, piuttosto che su attori e regista.

“Mi è sembrato che queste storie fossero in risonanza reciproca – dice Kahn – e che, mettendole insieme, se ne potesse ricavare una commedia sociale con il cinema come sfondo: un mondo che difende delle cause nobili mentre perpetua le sue stesse disuguaglianze sociali.
Potrebbe anche essere l’incontro tra il giovane che ero un tempo, che sognava di diventare regista e scriveva sceneggiature nel suo studentato in attesa dell’opportunità giusta, e il regista che sono diventato, capace di fare film e costretto a mettere continuamente in discussione il proprio
processo creativo, i rapporti di potere e le concessioni da fare.

Tre film che avranno una regia distinta, ma che si sovrapporranno in un caos disorientante. un caos in cui i punti di vista si fondono. Dagli operai che rischiano la vita, passando per gli attori che tentano di salvare la propria carriera per arrivare al regista esausto e perfino al ragazzo intrappolato dalla sua estrazione sociale, ma a cui le circostanze daranno una possibilità. Nel complesso, una commedia umana”.

Una commedia umana che l’autore desiderava portare avanti da parecchi anni: “Era da molto tempo che volevo parlare di cinema – dice – È un ambiente che ho avuto l’opportunità e il tempo di osservare e ho notato varie situazioni un po’ folli che nascono in nome della creazione. In realtà è iniziato molto presto, quando ero stagista. E quello che pensavo quando avevo 20 anni, lo penso ancora oggi: sono sempre le stesse cose a urtarmi e a stupirmi. In questo senso, Making of è un vecchio progetto, perché era da molto tempo che volevo proporre la mia versione di questo ambiente. Non è un film sul cinema come oggetto d’arte o di fantasia, ma sul cinema come lavoro. Per me questa distinzione è molto importante. E molte delle cose che dico in questo film si applicano sicuramente anche ad altri contesti. Il cinema è un microcosmo sociale come tutti gli altri e i rapporti di classe che vi operano all’interno sono simili. Lo stesso tipo di gerarchie, privilegi e dinamiche di potere che troviamo in altri settori si riflettono anche sul set cinematografico. Tuttavia, ciò che rende unico questo mondo è la combinazione di creatività e professionalità, che spesso si scontrano o si fondono, creando situazioni tanto affascinanti quanto assurde. E proprio da queste tensioni nasce la mia ispirazione per raccontare il dietro le quinte, per mostrare ciò che spesso resta nascosto agli occhi dello spettatore: la realtà di un ambiente di lavoro in cui l’arte si mescola con l’industria, e dove i sogni, i compromessi e le frustrazioni coesistono”.

Caratteristica del film è l’alternanza di toni ironici e drammatici: “Fanno ridere queste riprese catastrofiche in cui tutto va storto e i conflitti che generano – prosegue il regista – Ma è vero che in esso si innestano altri tre elementi seri. Innanzitutto, l’analogia con la storia degli operai che difendono la loro fabbrica; poi, la depressione professionale e intima del regista, molto isolato in mezzo a tutta quella confusione; e infine la storia del ragazzo che vive nella città vicina a dove si svolgono le riprese, che non è figlio di nessuno, che non conosce nessuno nel cinema, e che approfitta della situazione per provare a realizzare il suo sogno. Questo terzo aspetto della storia non è comico, ma è molto positivo”.

Il film prevede non poche scene di discussioni e confronti, ma non diventa mai manicheo.

“Ci tenevo molto – conclude Kahn – Volevo dare spazio al punto di vista di tutti. I finanziatori, ad esempio, tengono un discorso rivolto al grande pubblico di fronte a un regista che difende un certo radicalismo della sua opera anche a costo di perdere spettatori. Fondamentalmente hanno tutti ragione. È questo il tipo di contraddizione che mi interessa mostrare. Se avessi mostrato un bravo regista alle prese con pessimi produttori, non sarebbe stato interessante. Lo stesso vale per la scena del grosso litigio tra la direttrice di produzione e i tecnici. Capisco benissimo questi ultimi. Il macchinista che urla: “Mi spacco la schiena, ma nessuno mi chiede mai il mio parere artistico su niente, smettetela di parlarmi di sacrifici economici in nome dell’arte”. O il tecnico del suono che dice al regista: “Ciò che fai a noi è violento tanto quanto quello che denunci nel tuo film”. Entrambi hanno ragione. E anche la signora della mensa che dice il contrario: “Mi sono sacrificata per fare questo lavoro. A prescindere dai soldi, siamo fortunati a essere qui, siamo artisti” è molto convincente. È questa convivenza di punti di vista e realtà che mi interessava. È come una società in miniatura”.

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16 Settembre 2024

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