Impacciatore: “Dissenso Comune è rivoluzione culturale”

L'attrice, tra le firmatarie dell'appello, interviene a spiegare le ragioni della protesta. Contestata invece da Asia Argento che si è rifiutata di aderire e adesso attacca su twitter


“È una rivoluzione culturale e non una caccia alle streghe. Ma queste cose vanno fatte perché una ragazza possa avvicinarsi al mondo del cinema con serenità e vivere il suo sogno”. È quello che dice Sabrina Impacciatore della lettera-appello contro le molestie e un intero sistema di potere, intitolata Dissenso comune, a margine dell’incontro stampa del film A casa tutti bene di Gabriele Muccino, in cui è una delle protagoniste e co-sceneggiatrice.

La lettera-manifesto, della quale è firmataria insieme a oltre 120 donne del mondo del cinema, “farà sì che un uomo finalmente ci proverà da vero uomo, fuori dal suo potere, accettando anche un eventuale rifiuto”. Dalla lettera ha preso le distanze Asia Argento, tra le prime a denunciare di aver subito uno stupro dall’ex boss Miramax Harvey Weinstein, definendola “la letterina di Babbo Natale delle donne del cinema italiano”. Ma Impacciatore aggiunge: “Trovo assurdo che in America a chi denuncia viene data la copertina del Times e noi invece veniamo messe alla berlina” .

Per Carolina Crescentini, che sta per firmare la lettera-appello, “il problema vero è solo quello di cambiare la legge al più presto. Non è possibile – dice – che il reato vada in prescrizione dopo solo sei mesi. Una cosa che non tiene conto dei tempi di superamento dello choc, a volte molto lunghi, per chi ha subito queste vicende”.

Del tutto solidale anche Stefania Sandrelli: “Sono stata protagonista consapevole e felice di almeno due film che trattavano questo tema: Io la conoscevo bene di Antonio Pietrangeli e Io sono mia di Sofia Scandurra’”.

Asia Argento, che oggi spiega al ‘Fatto quotidiano’ le ragioni per cui non ha firmato la lettera che considera “solo un modo per pulirsi la coscienza”, scrive su Twitter: “#DissensoComune aspetto dei gesti concreti, quelli che abbiamo fatto noi per prime: denunciando, aiutandoci a vicenda, condividendo i traumi, scendendo in piazza, gridando il vero dissenso contro il patriarcato. Allora sì potremo finalmente unirci e combattere veramente insieme”.  

Cr. P.
02 Febbraio 2018

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