Massimo Scaglione, regista del film La moglie del sarto, interpretato da Maria Grazia Cucinotta e prodotto da Red Moon Films, annuncia di voler presentare un esposto contro l’Accademia del Cinema Italiano per come gestisce i Premi David di Donatello, raccontando di essere stato sottoposto insieme ad i suoi collaboratori “ad una vera e propria odissea burocratica e di disservizi” nel tentativo di iscrivere al premio e rendere visibile ai giurati il film, uscito nella sale il 15 maggio del 2014.
“All’inizio di marzo – racconta all’AdnKronos Scaglione – chiamiamo la segreteria dei David dicendo di voler iscrivere il film. Da lì ha avuto inizio un’avventura grottesca che si è conclusa dopo quasi due mesi con una beffa”. Il regista spiega di aver incontrato infatti “un’infinità di ostacoli, di indicazioni contraddittorie e all’insegna del pressapochismo, tra link non funzionanti, ritardi, richieste di inviare il film ad una piattaforma spagnola inizialmente anch’essa non funzionante, il tutto documentato da una moltitudine di mail che ora metterò in mano agli avvocati”, dal momento che, “alla fine di una trafila tragicomica, degna di un concorso di barzellette, il film non è stato caricato tra quelli visibili per i giurati usando a pretesto una mail in cui, sfinito e spazientito dalle mille traversie, minacciavo di ritirare il film dal concorso”.
La scheda del film risulta però ancora nell’elenco dei film in concorso. Scaglione, che dei David è giurato avendo vinto il premio opera prima nel 1992 con il suo Angeli a sud, ha intenzione di andare fino in fondo: “Non sono il primo a lamentarsi di come questo premio viene gestito (l’anno scorso a lamentarsi fu Gabriele Muccino ndr.) e a questo punto voglio capire quanti soldi pubblici ricevono, come li usano, chi certifica il conteggio dei voti, se esiste o meno un meccanismo di revisione dei voti indipendente e trasparente. Perché nessun collega debba subire quello che ho subito io”, conclude.
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