ROMA – “L’adolescenza, che età di merda!”. Presentato ad Alice nella Città 2024, Il ragazzo dai pantaloni rosa parla proprio di tutto ciò: di quel misterioso momento di cambiamento chiamato adolescenza, del bisogno impellente di far sentire la propria voce, di assecondare il rumore che si ha dentro e che non si riesce a interpretare. Una condizione che i ragazzi di Alice ci hanno ben ricordato in sala, durante l’anteprima del film: rumoreggiando per tutta la durata della proiezione, applaudendo a ripetizione, fomentandosi a vicenda. Il dramma degli adolescenti in gruppo che, nel piccolo del quotidiano, dà vita a fenomeni come il bullismo e il cyberbullismo.
Diretto da Margherita Ferri, il film ci racconta una storia vera, quella di Andrea Spezzacatena, considerato il primo ragazzo ad essersi tolto la vita a causa del cyberbullismo: “Questo film nasce dall’esigenza di raccontare una storia drammatica – dichiara Roberto Proia, sceneggiatore e produttore del film – perché nel 2012 quando Andrea si tolse la vita, fu il primo caso di cyberbullismo che portò al suicidio e fece molta notizia. Oggi non fa più tanta notizia e questo non va bene, perché la situazione è molto peggiorata non solo in Italia ma in tutto il mondo. Volevamo rendere onore a un caduto nella battaglia che sono sicuro tanti di voi stanno combattendo anche ora. Volevamo darvi una mano e speriamo di esserci riusciti” aggiunge rivolgendosi ai centinaia di giovani in sala.
Tratto dal romanzo biografico di Teresa Manes, madre di Andrea, il film non vuole nasconderci il raccapricciante gesto con cui la storia si concluderà, ma lo premette fin da subito, con la voce narrante dello stesso 15enne, interpretato da Samuele Carrino, che racconta la sua vita dall’aldilà con serena consapevolezza. Andrea viene descritto come un ragazzo dalla grande sensibilità e dal grande talento: il primo della classe, cantante provetto, appassionato di cinema, abile anche negli sport nonostante gli occhiali e l’aria da nerd. Un adolescente che aveva tanto da dare al mondo, ma che si è arreso sotto il peso di alcuni gravi atti di bullismo, enfatizzati dai primi social network.
“Quando ho letto la sceneggiatura ero molto spaventata perché non sapevo se ero in grado di raccontare una storia così dolorosa. – spiega la regista Margherita Ferri – Ma poi ho letto la sceneggiatura e ho apprezzato che tutti i personaggi siano raccontati senza retorica, fuori dagli stereotipi, senza giudicarli. Questo è stato per me un invito. Ho avuto la sensazione che fosse un progetto nato sotto una buona stella. È stato fondamentale l’incontro con Teresa Mares, che mi ha detto che avrebbe voluto vedere un film vitale, pieno di vita, come era Andrea. Questo è stato un faro che ha illuminato tutta la produzione. Ho cercato di fare un film che celebrasse la vita di questo ragazzo, non che ne raccontasse la morte”.
A interpretare Teresa è Claudia Pandolfi, che guida con la sua esperienza un cast in cui troviamo Corrado Fortuna nei panni del padre di Andrea, oltre ad alcuni dei più promettenti talenti della nuovissima generazione: lo stesso Samuele Carrino, Sara Ciocca nei panni della migliore amica di Andrea e Andrea Arru, interprete dell’affascinante e crudele bullo Christian. “Per me è difficile parlare del film, però è stato estremamente facile farlo – dichiara Pandolfi – è stato uno dei racconti più tosti, ma uno dei personaggi più semplici. Perché Teresa è gioiosa, empatica, una mamma libera che ha un rapporto bello con il figlio. Cose c’è di più facile di guardare con amore un figlio. Ciò che è stato complesso è stato dimenticarmi di tutto il resto. Da un punto di visto tecnico facile, da un punto di vista emotivo impossibile. C’è stato un tentativo di controllo per tutto il film, fino ad arrivare all’ultima scena dove ho semplicemente tolto quel tappo. Quell’emozione che era vibrante dentro di me è stato commovente vederla in tutti gli altri componenti della troupe. Era la fine del film, la scena più straziante. E c’era un silenzio sacrale che ancora mi porto dietro”.
Il ragazzo dai pantaloni rosa è un film che oltre a delle ottime interpretazioni, mai scontate quando si parla di titoli con e per ragazzi, che riesce soprattutto a emozionare grazie anche alle musiche, tra cui spicca il brano originale Canta Ancora, scritto da Arisa per sua madre e che nel film diventa una toccante lettera che Andrea dedica a Teresa. Soprattutto, forte del suo tono agrodolce e della esplicita denuncia del fenomeno del bullismo, si ammanta di un’aura particolare. Un film che vuole salvare delle vite: “Speriamo che il film abbia dato gli spunti di riflessione giusti per fare la differenza” dichiara Priori. “Ho capito l’importanza di questo film e il suo messaggio – aggiunge il giovane Samuele Carrino, il cui volto sarà per sempre legato a quello di Andrea – le parole possono uccidere e anche il silenzio. Alle persone che vengono bullizzate voglio ricordare che quelle stesse parole possono salvare”.
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