“Il principe di Ostia Bronx” e il palcoscenico di Capocotta

A Biografilm Italia Raffaele Passerini racconta la stravagante storia di Dario e Maury, istrioni da spiaggia


BOLOGNA – “Per tutti i calci in culo che mi ha dato la società, ho deciso di mettermi da solo su un piedistallo e di diventare il Principe”. Quale? Il principe di Ostia Bronx, al secolo Dario Galetti Magnani, uomo di età indefinita che non farete fatica a individuare passando una giornata alla celebre spiaggia dei nudisti di Capocotta. Lo troverete lì, vestito da Spider-Man de noantri o agghindato con dei chiusini da lavandino al posto degli orecchini, che declama monologhi improvvisati o bisticcia con Maury, sua “moglie” la Contessa, altro attore mancato dotato di grande presenza scenica ma di nessun palco. 

Come mostra il documentario d’esordio di Raffaele Passerini, in concorso a Biografilm Italia, il loro teatro è la spiaggia, la loro arte fuori dai canoni è incompresa, ma amatissima dai frequentatori abituali di Capocotta, che dicono a Maury “se Fellini fosse ancora vivo saresti una celebrità”. Il regista ha esplorato la loro casa di “Ostia Bronx” per diverse settimane, un piccolo museo kitsch in cui hanno accumulato migliaia di oggetti e stratificato prove della loro indole artistica e della loro esistenza quotidiana. “Li notai la prima volta oltre 10 anni fa – ha raccontato il regista – Vivevo a New York e durante un’estate passata a Roma andai a Capocotta: questi due matti li conoscevano tutti e dicevano ‘qualcuno dovrebbe farci un film’. Quando sono tornato lì due anni fa ho visto Maury che faceva esercizi di recitazione al tramonto e ho capito che erano dei veri attori… ed ecco il film”.

Dario e Maury si sono lasciati osservare nelle loro esibizioni tra i nudisti della spiaggia, hanno mostrato quel tempio di eccentricità che è la loro casa, raccontato la loro storia passata e il loro presente ai margini, si sono regalati anche attraverso i video che avevano registrato tra loro e che hanno messo a disposizione del film. “Trasmettono un enorme senso di libertà, si sono creati il loro personale privilegio – sostiene Passerini – non hanno bisogno di molto per vivere, ma di sicuro hanno la necessità di recitare. Sono un emblema della dura vita dell’artista rifiutato ed è difficilissimo stabilire il confine tra le performance che inscenano calandosi in un personaggio e la vita reale che vivono come persone. Non volevo raccontare il degrado della periferia, ma la dignità nella difesa della propria arte incompresa”.

Realizzato con un budget di circa 20mila euro e impreziosito da brani di Antonello Venditti e Renato Zero, ma anche da efficaci canzoni originali (come Plastic Love), Il principe di Ostia Bronx offrirà finalmente una ribalta a Dario e Maury: “Qui a Bologna incontreranno il loro pubblico e io filmerò anche questa parte della loro storia, con l’obiettivo di aggiungerla nel finale del documentario – ha spiegato il regista – Il film poi sarà mostrato con proiezioni evento in varie sale. Io intanto, per il mio prossimo film di finzione ho già in mente un paio di ruoli da affidare a loro”. 

11 Giugno 2017

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