Il cinema a lezione di export


C’è un’industria in Italia che malgrado tutto guarda al proprio futuro. Un settore che seppur strategico è costantemente messo a rischio da tagli ai finanziamenti e leggi inadeguate o inesistenti. Si tratta ovviamente del cinema e di chi nel nostro paese lo fa e vorrebbe continuare a farlo. Proprio in questo momento caldo per il comparto, in piena mobilitazione causa il congelamento di una parte del FUS e l’assenza di un ministro al Mibac, ha preso il via un corso di formazione tutto nuovo, in Distribuzione del prodotto cinematografico, Marketing&Sales. Un’operazione che sembra unirsi idealmente al coro delle associazioni di categoria impegnate a far ascoltare alla politica le ragioni della cultura. A promuovere il corso è A.S.For Cinema, l’associazione per lo sviluppo e la formazione delle professioni cinematografiche, costituta nel luglio 2009 da Anica e dalle principali organizzazioni sindacali, e presieduta da Silvano Conti. Sede delle lezioni gli uffici romani dell’Anica che in questo modo si riprende la vocazione di fare formazione per i mestieri del cinema. Come ha confermato a CinecittàNews il Prof. Bruno Zambardino direttore del corso, nonché docente di organizzazione e economia dello spettacolo all’università La Sapienza. “Queste lezioni nascono da un’esigenza specifica dei produttori perché l’offerta formativa cinematografica in Italia ha una grossa lacuna quanto a commercializzazione dei prodotti. Si tratta di un aspetto preciso finora troppo marginalizzato: la spendibilità del prodotto sia per il nostro mercato che per quelli esteri”. Un aspetto che proprio Zambardino aveva illustrato all’ultimo Festival di Venezia, all’interno degli incontri Anica, con un focus sull’export delle pellicole italiane, i cui risultati sono il punto di partenza su cui A.S.For Cinema ha messo a punto un percorso di studio della durata di 5 mesi che mira a sviscerare le criticità legate all’esportazione dei film italiani all’estero. Partito a fine febbraio, il corso si distingue dai normali master che affrontano in modo ampio gli aspetti produttivi. “L’intento – ha detto Zambardino – è riprendere il filo del discorso da dove l’avevamo lasciato al Lido focalizzandoci solo sulla commercializzazione. Non ci interessa dilungarci su aspetti che sono già noti a chi decide di seguire questo corso e crediamo di aver imboccato la strada giusta: in meno di due mesi con una campagna stampa mirata e i partner gusti abbiamo ricevuto 90 domande di iscrizione che abbiamo dovuto scremare con lunghi colloqui. Alla fine abbiamo scelto 22 partecipanti di cui molti operatori del settore che per necessità o voglia devono riqualificarsi, mentre altri sono neolaureati in scienze economiche e giuridiche. Il risultato è quello di una classe eterogenea che dà vita ad uno scambio proficuo di esperienze già al suo interno, contribuendo così a creare in maniera anche autonoma un altro degli aspetti che ci distingue dai master tradizionali: l’accesso ad un networking con professionisti del settore e dell’Anica che potranno essere avvicinati durante il corso”.

 

Il corso, che ha tra gli insegnanti Nicola Borrelli, Riccardo Tozzi, Angelo Barbagallo, Giancarlo Leone e Nicola Maccanico, per citarne alcuni, è articolato in 6 moduli principali che sono: 1) Il mercato, le istituzioni, la regolamentazione, 2) Gestione, finanza, produzione e distribuzione, 3) Marketing e vendite, 4) Comunicazione e promozione, 5) Legislazione e contrattualistica 6) Modulo internazionale: workshop con distributori internazionali più un modulo trasversale di Inglese tecnico-commerciale.

“L’obiettivo principale – ha continuato Zambardino – è creare buoni agenti di vendita o addetti agli uffici commerciali perciò analizzeremo nel dettaglio la normativa italiana e europea in materia cinematografica e affronteremo in modo approfondito la sostenibilità economica di un progetto cinematografico che va studiata in fase di progettazione e che è importantissima per la veicolazione del prodotto, ma soprattutto organizzeremo workshop con le principali distribuzioni estere e agenzie per la vendita di diritti all’estero, perché puntiamo a formare delle figure che abbiano le competenze per trattare anche con i nuovi mercati, quelli emergenti come l’Est Europa dove le agenzie lavorano solo con film italiani d’archivio ignorando cosa offra al momento il cinema nostrano”.

23 Marzo 2011

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