Il Chandler Award a Deaver: “Il cinema? Mi piace, ma non è per me”

Mise mano a James Bond: "Skyfall? Non funziona: una serie di belle scene separate"


COURMAYEUR – Camilleri, Carofiglio, Faletti, Lucarelli. Sono tra gli autori noir italiani più conosciuti e amati da Jeffery Deaver, l’autore statunitense best-seller che 17 anni fa ha creato il personaggio del detective disabile Lincoln Rhymes con Il collezionista di ossa, poi portato al cinema con grande successo grazie a Denzel Washington. Al Noir in Festival di Courmayeur –  di cui CinecittàNews è media partner – Deaver è tornato per ricevere il Raymond Chandler Award, che lo celebra a poche settimane dall’uscita dell’ultimo romanzo (l’undicesimo con Rhymes protagonista), L’ombra del collezionista, che rimpiazza le ossa con la pelle, nuovo feticcio di un killer che ama incidere quella delle sue vittime con dei tatuaggi.

“Lincoln è cambiato un po’, ma non per me, visto che nella mia vita non è successo granché di nuovo dal 1997 – ci ha detto lo scrittore – Il punto è che col tempo si è abituato alla sua condizione di tetraplegico e i romanzi, di conseguenza, sono meno focalizzati sulle sue difficoltà fisiche e personali e più sulla risoluzione dei crimini. Così Lincoln diventa più vicino ad altri grandi investigatori come Hercule Poirot e Maigret”. Amante dell’Italia – “banalmente, innamorato del suo cibo e del suo vino”, dice – è legato al cinema non solo dalla fortunata trasposizione del Collezionista di ossa, ma anche perché ha messo mano al personaggio di James Bond scrivendo Carta bianca. “Cosa penso di Spectre? In realtà non ne non so nulla. Su Skyfall invece ho pensieri contrastanti: da scrittore di romanzi di suspense ho dei punti fermi da cui non riesco a prescindere, e la trama di Skyfall in questo senso non mi pare adeguata. Più che una storia organica, mi sembra un insieme di scene separate, realizzate ottimamente ma non unite organicamente tra loro. La recitazione però era ottima: Javier Bardem è un ottimo cattivo, così come Judi Dench è un ottimo attore, e Daniel Craig è uno dei miei attori preferiti”.

Per il resto, Deaver resta piuttosto lontano dalla narrazione per immagini: “Non ho avuto nessun ruolo nella produzione de Il collezionista di ossa. Mi piace il cinema, ma richiede delle capacità che non possiedo: so scrivere un buon libro, ma non saprei scrivere un buon film. Detto questo mi piacerebbe che ci fosse un altro film su Lincoln Rhymes, ma ci sono controversie legali sui diritti sulle quali io non ho potere. Questo ha tenuto le cose bloccate tutti questi anni, ma forse a un certo punto si sbloccheranno”.

10 Dicembre 2014

Noir in Festival 2014

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“Black Sea” vince il Leone Nero a Courmayeur

Il thriller di Kevin MacDonald con Jude Law è il vincitore del Leone Nero del XXIV Courmayeur Noir in Festival, assegnato per la prima volta dal pubblico. Il film, che sarà in sala il 26 febbraio con Notorious Pictures

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Il “Cattivissimo Rex” dei Manetti Bros

Il cane Rex acquista dei pensieri e una voce, e parla con un signorile accento italo-tedesco in Rex Undercover, la versione "anarchica" e molto ironica delle avventure del cane più famoso della tv che i Manetti Bros hanno realizzato per il web parallelamente alla serie "ufficiale" per il piccolo schermo. Il primo episodio - con Pietro Sermonti nei panni di un rapinatore aiutato dal cane, che in realtà è sotto copertura - è stato presentato in anteprima al Noir in Festival, subito dopo La casa delle conchiglie, fan movie su Dylan Dog, diretto da Domiziano Delvaux Cristopharo, l'indagatore dell'incubo è intepretato da Stefano Cassetti

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“In the box” con Antonia Liskova

E' stato già venduto in 25 paesi - tra cui gli Stati Uniti - l'esordio di Giacomo Lesina, un thriller claustrofobico tutto ambientato in un garage in cui l'attrice di origine slovacca si risveglia e deve sopravvivere alla trappola orchestrata da un uomo misterioso che sa tutto di lei. "La fisicità di Antonia è stata determinante – ha spiegato il regista – Ha dovuto girare per molte ore di seguito, sottoposta ai fumi del gas che le bruciavano gli occhi e costretta a sporcarsi e ferirsi. Non ha avuto paura di farlo e ha dato grande spessore al personaggio". In the box sarà in sala tra febbraio e marzo con Istituto Luce Cinecittà

Noir in Festival 2014

L’omaggio a Bava e i ricordi “da paura” del figlio Lamberto e di Argento

Il Noir in Festival propone a mezzanotte la proiezione della versione restaurata di 6 donne per l'assassino, a 50 anni dalla sua realizzazione, e fa incontrare il figlio Lamberto con Dario Argento e Steve Della Casa per rievocare gli aneddoti di quell'epoca d'oro del cinema italiano. "Mio padre aveva un gran gusto per il gioco e l'ironia, anche quando mostrava i delitti. E non era affatto moralista, anzi aveva una componente sadica”. Lamberto, tra le altre cose, fu aiuto regista di Argento sul set di Inferno: "Fu come riunire la nostra grande famiglia sul set", sottolinea il re del brivido


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