Arriva in sala dal 4 gennaio con Lucky Red una delle pellicole che ha fatto più discutere negli ultimi mesi del 2017, ancora prima di arrivare al cinema, Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott, il film che ricostruisce la tragedia che nel 1973 colpì una delle famiglie più ricche e influenti del mondo: il rapimento a Roma del giovane nipote del magnate del petrolio Jean Paul Getty. Ma a far tanto parlare sinora non è stato tanto l’argomento del film, che pur si ispira a un fatto di cronaca divenuto un caso mediatico internazionale ricordato ancora oggi, ma la vicenda legata a uno dei suoi interpreti. Fino a sei settimane dalla data prevista di uscita in sala infatti, ad interpretare l’ambivalente miliardario Jean Paul Getty, c’era Kevin Spacey, che per interpretare il ruolo si era sottoposto a lunghe sedute di make-up e di protesi che ne invecchiavano l’aspetto. Lo scandalo sulle presunte molestie sessuali che ha travolto l’attore causando un vero e proprio terremoto ad Hollywood in diverse produzioni tra cui la serie di successo House of Cards, ha convito i produttori a sostituirlo interamente col premio Oscar Christopher Plummer, che si è impegnato in un vero e proprio tour de force per girare nuovamente tutte le, affatto poche, sequenze in cui il personaggio è in scena. Un lavoro che ha richiesto, a film quasi finito, di rimettere in piedi in poco tempo le location e richiamare gli attori che sono dovuti tornare sul set. “Non appena siamo venuti a conoscenza di quelle terribili accuse abbiamo capito che non saremmo mai andati avanti con il film com’era – ha dichiarato il produttore Dan Friedkin. In tutta coscienza non potevano lasciare che quelle denunce rimanessero inascoltate. Quando Ridley e io abbiamo preso la decisione di girare di nuovo con Christopher Plummer, tutto il cast e la troupe hanno aderito senza esitare, e non potremo mai ringraziarli abbastanza per il totale impegno dimostrato durate tutta la lavorazione”.
Il film, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di John Pearson, parte da un caso di cronaca per parlare di come i soldi influenzino le persone, fino ad arrivare ad assumere il pieno controllo delle loro vite. Il rapimento del giovane Jean Paul Getty III avvenne per mano della ‘ndrangheta calabrese che chiese un riscatto di 17 milioni di dollari, una cifra considerevole per gli Anni ’70 ma decisamente alla portata di quello che era considerato l’uomo più ricco al mondo, che vantava un patrimonio di oltre un miliardo di dollari. Eppure, nonostante il ragazzo rapito fosse il nipote preferito, il miliardario non ritenne quel coinvolgimento emotivo una ragione sufficientemente valida per rinunciare a parte delle sue fortune. Così anche quando i rapitori, sfiancati dal tira e molla tra le parti, fecero pervenire come atto di forza un orecchio del ragazzo tagliato, scelse di non pagare il riscatto costringendo la madre del ragazzo a una corsa sfrenata contro il tempo per tentare di raccogliere i soldi. Un uomo ambiguo, di grande intelligenza e capace di un grandissimo fiuto negli affari, amante della bellezza pura delle opera d’arte di cui si circondava “perché non cambiano e non deludono mai”, e al tempo stesso avido e del tutto incapace di separarsi dal suo stesso denaro, neanche per un gesto di generosità nei confronti della propria famiglia. Ad interpretare lo sfortunato nipote di Getty il giovane Charlie Plummer, che non è parente del più noto Christopher e che si è fatto ultimamente conoscere per la sua interpretazione di Lean on Pete di Andrew Haigh, film con cui ha vinto alla scorsa Mostra di Venezia il premio Marcello Mastroianni. Al suo fianco Michelle Williams, nei panni dell’infaticabile madre che vince in astuzia sia il suocero spilorcio che i rapitori, e Mark Wahlberg che interpreta l’ex agente della CIA e uomo della sicurezza di Getty, Fletcher Chace, la cui fedeltà e le cui convinzioni vengono messe a dura prova nel corso del rapimento. Tutti i soldi del mondo, che vanta nel cast una serie di comparse italiane tra cui Nicolas Vaporidis nei panni di un bandito calabrese, è candidato a tre Golden Globe, rispettivamente per la regia e per le interpretazioni di Christopher Plummer e Michelle Williams.
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