I passerotti di Johnnie To

Berlino. Il regista culto di Hong Kong, Johnnie To, abbandona le storie sulla violenta malavita della Triade per raccontare con Sparrow, in concorso alla Berlinale, la vita dei borseggiatori, piccoli malavitosi che usano la destrezza al posto della violenza, con la lametta in bocca per tagliare borse e tasche da cui prelevare portafogli.

Il film, ironico e surreale, ha come protagonista Simon Yam nel ruolo di Kei, capo di un gruppetto di ladruncoli che, leggeri come passerotti (“sparrows”), rubano orologi e borse, in sella a una bicicletta che ricorda quelle del neorealismo di Vittorio De Sica.

Solo la bellissima Chun Lei (Kelly Lin) riesce a metterli in difficoltà. La donna è infatti legata a un potente e anziano malavitoso Mr.Fu (Lo Hoi Pang) che la ragazza vuole lasciare senza essere però uccisa. Così, i quattro “passeri” studiano una serie di strategie per liberare Chun Lei, fino alla straordinaria sequenza sotto la pioggia in cui la piccola banda (che rievoca gli uomini scuri sotto l’ombrello dipinto da Magritte) sfida a colpi di borseggio il temibile Mr. Fu.

“Per questo film, tra i consulenti tecnici, ho ingaggiato anche un ex-borseggiatore – ha spiegato To – Il progetto di Sparrow, è nato in realtà cinque anni fa, ma l’ho realizzato solo ora perché ero troppo impegnato con altri film come Linger, The Mad Detective, Triangle e Election e i suoi sequel. Quando ho iniziato Sparrow – ha continuato il regista – avevo molto chiari in mente stile e contenuti, ma mi mancavano ancora i dettagli. Invece il risultato finale del prodotto è andato al di là di ogni mia più rosea aspettativa”.