Greta Gasbarri: “Un sogno: recitare in un film d’azione”, con De Niro o Al Pacino

L’intervista all’esordiente 17enne, protagonista del film Mia di Ivano De Matteo: Premio Meno di Trenta – Cinema secondo la Giuria Stampa 2023


Greta è Mia, protagonista del film omonimo di Ivano De Matteo (leggi il nostro articolo).

18 maggio 2006 la sua data di nascita, 17 anni appena compiuti e un debutto assoluto sullo schermo a 15: lei è Greta Gasbarri, studentessa al Liceo Linguistico, e vincitrice del Premio Meno di Trenta – Cinema secondo la Giuria Stampa (leggi la news).

Nella IV edizione della manifestazione che nasce e dedica il proprio focus a intercettare e valorizzare gli artisti under 30 che stanno debuttando o facendo i loro primi passi tra grande e piccolo schermo, Greta – con Francesco Centorame e Nicolò Galasso, premio ex aequo Meno di Trenta – Serie Tv, sempre per la stampa – è emersa senza dubbio come profilo dall’interessante talento in potenziale.

Greta, il tuo debutto assoluto sullo schermo è stato con Mia: quando e come arriva l’arte della recitazione nella tua vita, e cosa dell’interpretazione cinematografica hai compreso appartenere alle tue corde?

Sin da piccola sono sempre stata spronata a guardare film, da mio padre soprattutto, che ha lavorato al cinema e a teatro, anche con Ronconi, quindi ha frequentato tanto quest’arte come attore, dopo aver fatto l’Accademia, anche se da anni non più e si occupa del settore tecnico. Sicuramente lui mi ha passato la passione, però io non ho mai pensato di metterla in pratica, era solo un sogno nel cassetto. Poi è successo, casualmente, che sia stata presa dal padre di questa mia amica, lui è Ivano De Matteo: ero a pranzo da lei e lì la mamma mi ha vista, mi ha proposto di fare il provino, così è partito tutto. Sono sincera: questo lavoro è diventata quasi una droga, infatti non vedo l’ora di continuare a sperimentarmi in altro, lo spero tanto, mi dà una carica fortissima, e in un periodo magari non propriamente felice della mia vita è stato un cambiamento, una salvezza in qualche modo, togliendomi un po’ dalla quotidianità ripetitiva, quindi qualcosa di bellissimo.

Dopo un’opportunità importante come Mia, di visibilità popolare, tu da interprete under 30 come stai lavorando sulla tua formazione, per cercare di tenere alta l’asticella e non rischiare di essere ricordata solo per un progetto? 

Prima di questo film non avevo studiato recitazione, ma dopo sì, seguendo una scuola che mi ha consigliato proprio De Matteo, la Studio Cinema International: frequento a fine settimana alterni, per coordinarmi anche con la scuola, il Liceo Linguistico, e sto iniziando a studiare lì per avere delle basi; non vorrei perdere la mia spontaneità, come mi ha detto anche Ivano stesso, ma voglio saperne di più, avere maggior consapevolezza e conquistare cultura di questo mondo di cui spero farò parte.

Parliamo di talento: non tutte le persone che recitano lo possiedono, possono essere ben dirette e funzionare ma il talento è una virtù innata, da coltivare, ma che nessuno ti insegna. Tu hai compreso cosa significhi ‘avere la stoffa’, cosa sia ‘il talento’ appunto?

Bellissima domanda! Non mi voglio sbilanciare più di tanto, ma credo parta tutto dal tesoro che si può fare del proprio vissuto, a me così è successo: io quando ho fatto Mia ho attinto da tante cose della mia vita, che mi hanno aiutata a capire meglio delle scene. Non ho ancor ben inquadrato cosa sia ‘il talento’, ma credo sia qualcosa di innato ma certamente anche molto influenzato dal tuo passato e da quello che vivi tutti i giorni, di come sei cresciuto.

Essere destinataria di un premio, sempre nell’ottica dell’essere ‘una debuttante’, che valore pensi possa avere per la carriera? Per te personalmente ma anche per chi ti osserva, chi ti dovrà scegliere per prossimi progetti. 

Penso sia importante ricevere una specie di attestato, che significhi aver fatto un buon lavoro, che sia piaciuto, quindi sicuramente un riconoscimento ti fa sentire più sicura di te stessa sotto certi punti di vista; e poi penso che un possibile prossimo casting o regista che mi dovesse scegliere potrebbe considerare un premio come una rassicurazione, e anche questo può essere una ulteriore sicurezza personale per l’interprete.

Nel tuo mestiere applichi o studi un ‘metodo’ di recitazione? Hai una tecnica? Oppure sei un’attrice ‘di pancia’?

 Proprio perché prima non avevo studiato, mi reputo assolutamente ‘di pancia’, di istinto. Mi succedeva di leggere il copione, e lo sentivo in un certo modo, così ne parlavo con Ivano e lui spesso mi ha risposto di fare ‘come te la senti’. Mi ha sempre detto di vederla come un gioco, anche se un gioco non è, ma mi ha sempre invitata ad affrontarlo con divertimento, per sentire che la scena la stai vivendo. Spero di non acquisire mai una tecnica che mi possa far diventare meccanica e quindi non mi permetta di trasmettere più le stesse emozioni di cui forse sono capace adesso.

È efficace, per un attore in crescita, avere delle figure attoriali d’ispirazione professionale, oppure è più saggio guardarle per ammirazione ma poi concentrarsi sulla propria individualità? 

Ciascuno ha le proprie particolarità, per cui impossibile pensare di essere come un altro attore. Io ne ho molti che mi piacciono tantissimo, adoro Robert De Niro o Al Pacino, che sono sicuramente una grande fonte d’ispirazione, ma poi ciascuno ha le proprie caratteristiche, non puoi raggiungere un’altra persona.

Mentre, da spettatrice, cosa guardi con più piacere e curiosità? E ricordi il primo film visto al cinema e/o il primo film che ti ha segnato nell’idea di far l’attrice?

Non penso di avere un film specifico che mi abbia fatto scattare l’idea di fare l’attrice, anche se ne ho visti davvero tanti, ma la mia cultura cinematografica è ancora tutta da arricchire. Però il primo film che ho visto il cinema credo di ricordare fosse il primo Avatar, stupendo, pieno di immagini bellissime. Mi piacciono molto ‘ i filmoni’, anche quelli lunghi che ti coinvolgono dentro al film, però anche i film d’azione e i fantasy, molto.

Il ‘genere’, che ha avuto grandi stagioni nel nostro cinema, sta riprendendo un po’ piede: cosa ne pensi dell’opportunità di potersi sperimentare in un film di genere, che valore aggiunto potrebbe avere per la carriera, e in quale ti piacerebbe misurati?

Mi piacciono molto i film drammatici, li sento vicini a me, forse anche perché ho iniziato con un film così e allora mi sento un po’ più sicura. Però, un sogno sarebbe recitare in un film d’azione, perché mi piace il coinvolgimento del corpo nella recitazione.

Il cinema italiano presente, che opportunità dà ad un giovane interprete, e quali difetti invece avverti, che potrebbero essere migliorati proprio per il futuro della generazione più recente?

 Non riesco a dare una risposta precisa, credo di essere ancora poco addentro a questo mondo per poter fare davvero questa riflessione.

Progetti per il futuro. 

 Sicuramente finire il Liceo, mi mancano ancora due anni. E poi vorrei provare a frequentare un’accademia, tenendo conto che serva sempre un piano B, quindi guardo anche alla Giurisprudenza che mi affascina, ma il futuro è provare a entrare in una scuola di cinema che mi permetta di imparare tanto. Sto mandando qualche provino, ancora non ci sono state novità certe, spero arrivino presto.

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14 Giugno 2023

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