Good Morning, Cinecittà

21 DICEMBRE - Tra gli argomenti trattati dalla rassegna stampa di oggi troviamo la serie La vita bugiarda degli adulti, diretta da Edoardo De Angelis e il film Living, con un'intervista all'attore can


UNA NUOVA SERIE TRATTA DALLA FERRANTE Quasi ogni giorno sulle pagine spettacoli dei quotidiani c’è un argomento, un film, una serie, un personaggio che fagocitano l’attenzione delle diverse testate. Oggi tocca a La vita bugiarda degli adulti, serie tratta dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante, diretta da Edoardo De Angelis, dal 4 gennaio disponibile in sei episodi su Netflix. Su “Il Mattino”, anche per evidenti questioni di ambientazione (la storia si svolge a Napoli), c’è un richiamo in prima pagina e all’interno Titta Fiore ha intervistato De Angelis, chiedendogli innanzi tutto come si sia avvicinato al libro. “Adattare un romanzo per il cinema – sono le parole del regista – non è difficile, perché in ognuno di noi, leggendo, si generano delle immagini. Mi ha colpito il viaggio della protagonista, una ragazza, verso il lato più oscuro e misterioso della sua famiglia, che poi è un viaggio dentro se stessa”. Un racconto di formazione fa notare la giornalista e De Angelis precisa: “E di trasformazione. Negli anni novanta l’Italia si trasformava profondamente ed anche i personaggi lo fanno. Elena Ferrante gioca con il paradosso della realtà sistematicamente ribaltata. Nel rispecchiamento di un personaggio nell’altro, ognuno scopre che la verità è una parola che più apri, più rivela la sua natura bugiarda, e che la sola verità possibile sta nella bellezza di una bugia piena di desiderio”.

BILL NIGHY E LA CANCELLAZIONE DEI SENTIMENTI Arriva nei cinema italiani il 23 dicembre Living di Olivier Hermanus, remake, trasferito da Tokio alla Londra degli anni ’50, del film Vivere di Akira Kurosawa, con protagonista Bill Nighy. Su “Il Corriere della Sera“, Stefania Ulivi ha incontrato il 73enne attore inglese, candidato per questa interpretazione come miglior protagonista ai Golden Globes. E partendo proprio dai premi, Nighy afferma: “Il possibile Oscar? Mi fa piacere che se ne parli, certo. La cosa divertente è che mi capita spesso che qualcuno si congratuli con me per una statuetta che non ho mai vinto”. E a proposito del confronto fra Tokyo e Londra, Nighy commenta: “Ha ragione Kazuo (Kazuo Ishiguro è l’autore del libro da cui è stato tratto il film di Kurosawa ndr.) fra Giappone e Inghilterra c’è molto in comune. Sono stato in Giappone e sono rimasto molto impressionato dalle buone maniere e dalla gentilezza intese come principio. Quando invece il formalismo è eccessivo, come negli anni ’50 in Inghilterra, più ancora che in Gran Bretagna, penso possa diventare malsano: le persone sopprimono tutto, compresi i sentimenti”.

IL MIGLIOR FILM ITALIANO DELL’ANNO SI VEDE DAL DIVANO “Se il film italiano più bello del 2022 è una serie, allora sì, abbiamo un problema” è quanto scrive Mattia Carzaniga su “Domani“. L’articolo prosegue: “The Bad Guy – di questo stiamo parlando – è su Prime Video, ma lo sapete – è un prodotto, come si dice oggi- che fino a dieci anni fa o pure meno avremmo sicuramente visto al cinema. Ha un cast di cinema (Luigi Lo Cascio su tutti) e una scrittura da cinema (anche se la firmano alcune delle firme migliori della serialità corrente: Ludovica Rampoldi e Davide Serino, insieme al regista Gianluca G. Stasi) e un passo che negli ultimi anni avremmo voluto trovare al cinema, ma non è successo praticamente mai. E questo è il problema. In tanti gridano al miracolo, alla rivoluzione, ma si può anche evitare l’iperbole: basta confermare che è in tv e sulle piattaforme, che oggi stanno le idee, il coraggio, e soprattutto la sfida alla pigrizia”.

NETFLIX: ATTENZIONE ALLE DONNE Su “La Repubblica“, Silvia Fumarola ha intervistato Tinny Andreatta sui programmi futuri di Netflix e sulla linea editoriale della società che, secondo la vicepresidente dei contenuti italiani della piattaforma, è determinata: “dal talento. Cinema e televisione condividono le stesse possibilità, gli stessi autori e registi. Bisogna solo scegliere una forma o l’altra, sposare il formato necessario a rendere la storia più potente. In più facciamo anche documentari e docuserie. Mi piacciono perché portano la complessità di un nodo che non è stato sciolto, punti di vista diversi. Il prossimo anno lanceremo il caso Alex Schwazer. Prosegue quello che è stato fatto con Wanna, Vatiacan girl o SanPa. Abbiamo lanciato Summer job, il nostro primo reality.  Vado orgogliosa del fatto che sia italiano, tendiamo a importarli e non a crearli. Sono felice di produrre con Tilde Corsi il film di Ferzan Ozpetek Nuovo Olimpo. Per le serie lanciamo la biografia di Linda Poet, la prima donna avvocato italiano, la seconda stagione di Incastrati di Ficarra e Picone e la nuova serie di Zero Calcare”. Con un’attenzione precisa all’universo femminile, perché afferma Andreatta: “Penso che l’Italia, di fondo, sia ancora un paese patriarcale. Invece la donna ha bisogno di essere raccontata nei suoi misteri. La rappresentazione del femminile fa parte della linea editoriale di Netflix”.

21 Dicembre 2022

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