Gianfranco Rosi: questo premio è per tutti i documentaristi

Il vincitore del Leone d'oro dedica il premio a tutti i suoi colleghi, sperando che possa servire da ispirazione


VENEZIA – Premio rivoluzionario e inaspettato il Leone d’oro di quest’anno. Per la prima volta è un documentario a conquistarlo. Un documentario italiano, per la precisione, Sacro GRA di Gianfranco Rosi. Secondo il presidente di giuria Bernardo Bertolucci “è stata una decisione unanime. Ho la memoria corta ma non mi pare che ci sia stato qualcuno che abbia chiesto di darlo a un altro film. Ho detto che volevo essere sorpreso e questo è un film sorprendente. Non sono religioso, ma lo definirei un film francescano”. Il maestro coglie anche l’occasione per un appello: “Ho ricevuto una lettera di una bambina disabile di nove anni che vive proprio qui a Venezia. Vorrei che ci fossero più strutture per persone che hanno questi problemi. Prima che capitasse a me, di stare su una carrozzina, mi sembravano problemi di un altro mondo. Oggi so che non potrei attraversare un ponte”.

Lo stesso Rosi è stupito ed emozionato: “Sicuramente ho girato con spirito monastico, è stato un lungo percorso. In una prima fase mi sono avvicinato ai luoghi, ho dovuto svuotare tutto mentalmente e poi iniziare a riempire questo spazio, fino a qualche mese fa non avevo idea di che film avessi dentro. Forse neanche adesso. Scrivere una sintesi del proprio film è difficilissimo. Ma inizio a capirlo proprio leggendo le critiche, o le sinossi come quella che mi hanno dedicato i ragazzi della giuria del Leoncino d’oro, che ho intenzione di riprendere. Sono commosso anche dai messaggi di affetto che mi arrivano dai colleghi documentaristi da tutto il mondo, da Londra, da Vienna: tra di noi non c’è competizione, sappiamo che lavoro duro sia il nostro e quanto amore e dedizione richieda. Questo premio lo dedico a tutti loro, spero che gli possa essere di ispirazione. Solo un grande rivoluzionario come Bertolucci poteva realizzare questo importante cambiamento. Ora però vorrei prendermi un anno per dedicarmi alla mia altra passione, l’insegnamento”. Sacro GRA sarà in sala il 26 settembre con Officine Ubu.

Altro premio italiano di prestigio è la Coppa Volpi a Elena Cotta per il suo ruolo in Via Castellana Bandiera di Emma Dante. “A tutti è parso che lo scontro tre queste due donne non fosse solo una buona idea per un film – dice Bertolucci – ma anche un modo per permettere di risalire a un’essenza primitiva e animalesca, come nella scena in cui segnano il territorio facendo pipì per strada”. “E’ stata una sfida particolare – ha risposto l’attrice – il teatro è parola, il cinema richiede di più: l’espressione, l’intensità e gli occhi, certe battute di sceneggiatura potrebbero essere perfino eliminate. La macchina da presa ti invita a una complicità e a un’intimità che se hai digerito bene il personaggio è più che sufficiente. La macchina da presa è una scatola magica che ti aiuta. Ho reagito alla notizia come se avessi 15 anni, e chiaramente ne ho qualcuno di più. Ma premi, applausi, teatri pieni o aumento del numero degli abbonati sono cose che ti ringiovaniscono e ti aprono degli orizzonti, vuol dire che hai davanti traguardi e prospettive. Il premio è una cura terapeutica e salutare. Una scossa di gioventù. In accordo con mio marito, quest’anno mi sono presa una pausa, ho avuto degli incontri interessanti con personalità importanti del cinema e sto a guardare. Spero che il premio mi porti anche qualcosa di buono per il futuro”.

Terzo italiano acclamato  – anche se vive a Londra – Uberto Pasolini per la sezione Orizzonti: alla sua regia è stato infatti conferito il riconoscimento a Still Life: “Nella nostra sezione non esiste un premio per gli attori, ma è stato il mio protagonista Eddie Marsan a meritarlo davvero. Il premio è suo, è un attore artisticamente generoso e io ne ho approfittato”.

Coppa Volpi per l’interpretazione maschile a Themis Panou per Miss Violence di Alexandros Avranas, mentre il premio Mastroianni per attore emergente va a Tye Sheridan, protagonista insieme a Nicolas Cage dell’intenso Joe. “Ho sentito il nome di Mastroianni ma non conosco i suoi film, non mi ricordo nemmeno se sia italiano o francese – dice – Non ho ancora dato la notizia a Nicolas, ma penso che sarebbe fiero di me”. Avranas, vincitore anche del Leone d’argento, ricorda sollecitato lo scomparso Theo Angelopoulos: “Non ne sono influenzato ma la sua è una voce importante del nostro paese, e mi manca molto”. Circa gli attori, simpatica la battuta di Bertolucci, con riferimento al film di Errol Morris sull’ambiguo iniziatore della guerra in Iraq Donald Rumsfeld, The unknown known: “C’è chi ha proposto di dare a Rumsfeld il premio sia per l’interpretazione maschile che per quella femminile”.

Il tedesco La moglie del poliziotto di Philip Gröning conquista il premio speciale della giuria: “Su un tema come la violenza domestica non si può certo fare una commedia – dice il regista – E’ una storia impegnativa e piena di conflitti. Sono contento che abbia vinto perché vuol dire che andrà in sala in Italia, e sono orgoglioso di sapere come lo accoglierà il pubblico”. La pellicola è stata acquisita da Satine Film. La giuria assegna anche il gran Premio a Stray Dogs – Jiaoyou di Tsai Ming-liang. Un premio controverso dato che il film ha ricevuto pareri contrastanti a causa della sua grande lentezza: “Mi hanno equivocato – spiega l’autore – ma c’è un motivo per cui giro film così lenti. Ci vuole un po’ perché il pubblico possa raggiungere la quiete. E’ difficile. Spero che questo premio possa portare a riflettere sulla velocità del cinema, della vita e magari del mondo. La base della creatività è la libertà: il collega Ai Weiwei, arrestato dalle autorità, è il più libero di tutti anche se è in prigione”.

07 Settembre 2013

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