George Lucas: “Il cinema non si fa per soldi”

Bagno di folla e standing ovation interminabile per George Lucas, che riceve la Palma alla carriera dal 77° Festival di Cannes


CANNES – Bagno di folla e standing ovation interminabile per George Lucas, che riceve la Palma alla carriera dal 77° Festival di Cannes. In una Salle Debussy gremita allo spasimo, il regista e produttore americano, demiurgo di Star Wars e Indiana Jones, ha parlato a lungo del suo cinema, racchiudendo la sua ricetta in una parola chiave, “perseveranza”, e avvisando che il cinema non si fa per soldi, non è un buon investimento.

“E’ una gran cosa essere qui e sono contento che con me ci sia il mio montatore e co-sceneggiatore Walter Murch“, ha esordito l’ottantenne Lucas. “Non faccio film per i premi, anche perché non sono il genere che vince nei festival, ma la Palma alla carriera è un onore”.

Tra i temi toccati anche Star Wars e le critiche negative ricevute per la saga in termini di inclusione. “Dicono che ci sono solo bianchi , ma se sono quasi tutti alieni! L’idea è che bisogna accettare le persone per quello che sono, alti o bassi, pelosi o verdi. L’idea è che tutte le persone sono uguali. Gli unici esseri discriminati nel franchise sono i robot. E’ un modo per dire che la gente discrimina, prima o poi, guardate come lo stiamo già facendo con l’intelligenza artificiale”.

Fondatore di Lucasfilm e Industrial Light and Magic, Lucas è uno sperimentatore, un visionario e un appassionato di effetti visivi e videogiochi, insomma un nerd. “Il Festival di Cannes ha avuto sempre un posto speciale nel mio cuore – ha raccontato – fui sorpreso quando il mio primo film, THX-1138, venne selezionato in una sezione della Quinzaine, arrivammo qui in Francia senza un dollaro in tasca, non sapevo nemmeno che ci sarebbe stata una conferenza stampa, pioveva a dirotto e non avevo idea di cosa dovessi fare. Da allora sono tornato a Cannes in molte occasioni e ruoli, come scrittore, regista e produttore”. Anche l’ultimo Indiana Jones e il quadrante del destino ha debuttato proprio qui sulla Croisette l’anno scorso, ma Lucas non era presente.

Nell’incontro di oggi pomeriggio ha ricordato i suoi inizi, quando studiava scienze sociali e fotografia, passando poi al dipartimento di cinema, dove si appassionò all’animazione. In quel periodo cominciò a vedere film d’avanguardia e incontrò Francis Ford Coppola con cui divenne amico, “ricordo che su un set eravamo gli unici due della troupe sotto i 60 anni”.

“Noi della New Hollywood, Schrader, Coppola e Spielberg – prosegue – non eravamo interessati a fare soldi ma a fare film. In quel periodo quelli che avevano fondato Hollywood avevano 80 anni e si erano ritirati e gli studios erano gestiti da executive e funzionari”.  Una delle sue passioni giovanili è quella per le auto, “una vera ossessione, se non avessi avuto un incidente, sarei diventato pilota”. E’ anche così che nasce American Graffiti “il mio film preferito, la premiere fu la cosa più pazzesca mai vista, tutti scatenati come ad un concerto rock e il successo fu enorme: oltre 100 milioni di dollari”.

Parla a lungo del suo rapporto fraterno con Coppola, di cinque anni più grande: “Lui lavorava con Roger Corman ed era davvero intenzionato a fare il regista, nel 1969 cominciò la nostra avventura con American Zoetrope, la società fondata insieme”.

E sul suo proverbiale perfezionismo, “sono un po’ come Michelangelo che impiegava giorni a dipingere una minuscola sezione della Cappella Sistina”.

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24 Maggio 2024

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