Galatea Ranzi


G. RanziE´ quasi un sollievo parlare con Galatea Ranzi subito dopo averla vista in Pontormo interpretare Anna, una donna del nord Europa che non può esprimersi perché durante la guerra delle Fiandre nel XVI secolo le hanno tagliato la lingua. La Ranzi è giunta a Viareggio per presentare il suo ultimo film insieme al regista Giovanni Fago. Si tratta di una storia in costume ambientata nella Firenze del `500 e che narra le vicende del pittore Jacopo Carrubi, detto il Pontormo, negli ultimi anni della sua vita.

In “Pontormo” interpreti una donna lontana nel tempo e impossibilitata a parlare. Hai dovuto lavorare molto per immedesimarti in Anna?
In realtà mi sono concentrata sul fatto che Anna fosse una donna emigrata in un Paese straniero. Non ho pensato allo scarto temporale e alla sua mutilazione. Ho trovato più interessante mettere a fuoco le sue paure dovute allo stare in un ambiente sconosciuto. In un certo senso ho attualizzato il personaggio, l´ho reso contemporaneo puntando sullo spavento, sulla mancanza di fiducia, sulla difficoltà di capire la lingua altrui, sulla necessità talvolta di dover fare le cose di nascosto per paura di non essere capiti.

Come è nata la tua adesione al progetto di Giovanni Fago?
Intanto, va detto che sono stata iscritta per un anno a storia dell´arte e curiosamente in quel breve periodo Pontormo è stato uno degli autori sul quale avevo lavorato di più. Fago mi aveva già chiamata per il suo predente film, Sulla spiaggia e di là dal molo, ma dovetti rinunciarvi perché ero in attesa della mia seconda bambina. E´ stato molto generoso nell´offrirmi un altro ruolo. E poi Joe Mantenga: è un grande attore che ha doti umane non comuni.

Nell´immediato futuro c´è il teatro o il cinema?
Ho davanti a me un periodo senza teatro anche se è in cantiere un progetto con la mia compagnia teatrale, la Machine de Théatre, basato sul Vecchio Testamento, La parola sacra. Si tratterà di sei spettacoli diversi con sei attori e sei musicisti. Per quando riguarda il cinema, a breve uscirà il nuovo film di Virzì, Caterina va in città , nel quale faccio una breve apparizione. E poi interpreterò una mamma terribile in un film sugli adolescenti di Luca Lucini.

Cosa ti spinge a interpretare prevalentemente ruoli drammatici?
Che finora mi siano stati offerti ruoli drammatici dipende dalle occasioni contingenti e probabilmente dal fatto che sono un´attrice di teatro con una determinata formazione. In effetti, sono rimasta molto sorpresa quando i Vanzina mi chiamarono per Pranzo della domenica. E molto sorpresi furono alcuni critici che mi rimproverarono il passaggio da Ronconi alla commedia leggera dei Vanzina. Io credo che si debba essere duttili. Quello che conta è poter variare il più possibile e non accomodarsi su un solo personaggio.

26 Settembre 2003

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