Affollato convegno domenica 10 dicembre al cinema Farnese di Roma per “Fuorinorma”. Dopo una presentazione di Adriano Aprà, che ha proposto e coordinato il festival espanso, per quasi quattro ore, si sono susseguiti senza sosta interventi di autori, produttori, distributori, esercenti, critici (pochissimi) che hanno ribadito i temi proposti alla discussione. Ne è emerso un quadro vivacissimo di forze che vogliono resistere rispetto all’idea di cinema che viene fuori dalla produzione industriale. La nuova Legge sul cinema, col suo ambiguo concetto di “film difficile”, è parsa a molti ancora lontana dalle vere esigenze del cinema italiano più innovativo. Bisogna muoversi – hanno ribadito in molti – in controtendenza. Non si può adeguare la propria creatività ai grimaldelli della legge e delle commissioni, spesso incompetenti di fronte all’emergenza del nuovo.
La lettera che Silvano Agosti ha inviato al convegno, e che è stata letta in apertura, è in questo senso assai chiara. Citando Robert Bresson afferma: “Il futuro del cinema è nelle mani di qualche ragazzo che, usando i soldi di tasca propria, produrrà i suoi film liberandosi dalla gabbia delle logiche industriali”. È proprio quello che hanno fatto e fanno molti autori raccolti sotto l’etichetta – da tutti molto apprezzata – di “Fuorinorma”. Questi ragazzi – molti giovani, alcuni meno, ma giovani di spirito e di entusiasmo – non cercano di “diventare famosi” ma di dialogare con degli spettatori alla ricerca, come loro, di qualcosa di nuovo. Si è parlato di nuovi punti di visibilità, di sale alternative come quelle dove questi film sono stati proiettati a Roma e presto lo saranno anche in altre città italiane. Esistono gli strumenti per far sentire la propria voce, ma bisogna “fare rete”, non agire isolati, conoscersi e farsi conoscere in un dialogo fraterno.
Lunedì 3 aprile a Roma, spazio SCENA, parte la settima edizione di Fuorinorma – Nuove forme del cinema italiano, il festival-simposio a cura di Adriano Aprà. Tra gli ospiti Marco Bellocchio e Pippo Delbono
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