Un contributo statale al cinema d’essai che dal 1995 ad oggi, considerando anche il progetto speciale Schermi di qualità, è fermo a circa 7mila euro annui per schermo; una contrazione della quota di mercato del cinema italiano, scesa quest’anno al 18% (era l’anno scorso al 26%), che incide negativamente su tutto il settore cinema e in particolare sull’esercizio d’essai. A fronte di questi dati, l’esercizio d’essai rimane comunque centrale, rappresentando il 15% circa delle presenze dell’intero mercato sala.
In particolare per i risultati dei film d’autore: film italiani come Hungry Hearts, Per amor vostro e Lousiana, ma anche film vincitori di premi importanti come Sacro Gra (Leone d’Oro a Venezia nel 2014), Il regno d’inverno (Palma d’oro a Cannes nel 2014), hanno registrato più dell’80% del proprio incasso nelle sale d’essai.
Sono questi alcuni dei dati presentati oggi a Mantova al seminario “I film d’autore e il pubblico delle sale d’essai”, che si è svolto nell’ambito degli Incontri del Cinema d’Essai della FICE, e nel corso del quale si è dibattuto sulle difficoltà e le prospettive dell’essai.
I dati sono stati rilevati da Cinetel che considera 697 degli 803 schermi d’essai. Nel suo intervento Domenico Dinoia, presidente della FICE, ha sottolineato il ruolo dei cinema d’essai, sia come presidi culturali e sociali nei centri cittadini, sia nel promuovere la visione dei film d’autore. Per Dinoia il contributo pubblico alle sale d’essai va visto come un investimento per la diffusione della produzione italiana e quindi come un strumento importante per il funzionamento di tutto il sistema cinema.
Sul fronte dell’esercizio è intervenuto anche Luigi Cuciniello, presidente ANEC, che ha sottolineato il dato negativo legato alla quota di mercato del cinema italiano che inevitabilmente incide sullo stato di salute di tutto il sistema. Per Cuciniello c’è un problema di qualità del prodotto e anche di posizionamento, evidenziando che nel periodo estivo, a parte pochissime eccezioni, non sono usciti film italiani.
Passando alla distribuzione è intervenuto Valerio De Paolis, che dopo la Bim ha aperto Cinema, una nuova casa di distribuzione. Per De Paolis il problema centrale dell’essai è nella carenza di sale in diverse zone d’Italia e anche nell’esigenza, per alcune di esse, di ristrutturarsi; per questo servirebbero dei provvedimenti sia a livello nazionale che locale per favorire l’ammodernamento delle strutture.
Francesco Melzi D’Eril, della Good Film, ha invece puntato l’attenzione sull’eccessivo numero di film che si producono in Italia, film che in molti casi non hanno la forza di affrontare il mercato sala. Per Gianluca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, la situazione delle sale è frutto di leggi sbagliate che non hanno mai saputo sostenere in modo adeguato il settore.
Mariella Troccoli, dirigente della DG Cinema-MiBACT, ha spiegato che si sta lavorando sulla riforma di sistema del settore, ma che intanto il Ministero sta intervenendo sui decreti tecnici. Per l’esercizio si sta per emanare un nuovo decreto nel quale si punta in particolare su interventi in conto capitale, ma si pensa anche ad altri provvedimenti, ad esempio per incentivare la distribuzione di film in estate.
L’operazione ha consentito anche ai piccoli gestori di sale di beneficiare dell’iniziativa volta al potenziamento del settore cinematografico previsto dalla legge 220/2016
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