Il presidente ANEC Lazio, Giorgio Ferrero, e il presidente ANEM Carlo Bernaschi intervengono sul percorso portato avanti da Roma Capitale per la riconversione dei 42 cinema chiusi, anche a seguito della presa di posizione di alcune personalità del mondo del cinema.
“Spiace osservare come ogni qual volta l’Amministrazione Comunale attivi un percorso di rigenerazione urbana e di riconversione delle sale in disuso, si levino da più parti alzate di scudo a difesa di un vincolo di destinazione d’uso urbanistico senza tener conto di ciò che è avvenuto negli ultimi 30 anni e dei processi di trasformazione culturali ed urbani che si sono avvicendati nella nostra società – si legge nella nota dei due presidenti – Anche in passato ogni tentativo di riattivare spazi abbandonati da decenni, fantasmi urbani di degrado e d’immobilismo ha subìto reazioni ideologiche avulse dalla realtà, ignorando l’andamento storico del mercato cinematografico. Ci rammarica rilevare come un’ipotesi di riconversione di cinema chiusi da decenni – su cui sta lavorando l’Amministrazione capitolina dopo anni di imbarazzanti fallimenti – susciti ingenerose critiche da parte dei nostri artisti. Varrebbe la pena ricordare che questi cinema chiusi sono in gran parte di proprietà privata. Se qualcuno ha interesse a riaprirli, anche per questioni di affinità professionale o artistica, potrebbe tranquillamente avanzare concrete proposte, farsi avanti e tutti noi ne sosterremo lo sforzo – commentano Ferrero e Bernaschi – Queste sale, vista la saturazione del mercato e l’insostenibilità economica della gestione cinema sono ancora vincolate ad una destinazione d’uso che non ha più ragione d’essere. Nel frattempo invece i cinema attivi non godono alcun tipo di sostegno, incentivo o agevolazione fiscale. Il ‘cinema’ deve essere sostenuto non solo quando si tratta di restituire alla città spazi degradati da oltre 20 anni con progetti innovativi di mix funzionali (housing sociale, laboratori artistici, spazi multifunzionali, etc.) ma, anche e soprattutto, in difesa di chi – in condizione di estrema difficoltà economica, aggravata dall’aumento di qualsiasi tipo di costo di gestione e tassazione e senza alcun serio incentivo – continua a credere in questo settore”.
L’operazione ha consentito anche ai piccoli gestori di sale di beneficiare dell’iniziativa volta al potenziamento del settore cinematografico previsto dalla legge 220/2016
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