Ellen Page: fare coming-out mi ha avvantaggiata

L'attrice torna alla Festa di Roma dopo essere stata protagonista della seconda edizione con Juno. Oggi, maturata e accettata definitivamente la propria omosessualità, torna non solo come interprete


Ellen Page torna dopo 10 anni alla Festa di Roma dopo essere stata protagonista della seconda edizione con Juno, dove interpretava una dodicenne rimasta incidentalmente incinta del suo migliore amico. Oggi, maturata e accettata definitivamente la propria omosessualità, torna non solo come interprete ma anche come produttrice in Freeheld di Peter Sollett, in uscita con Videa il 5 novembre, vera storia di un’investigatrice gay che cerca di ottenere i diritti civili per poter assistere la sua compagna (Julianne Moore) malata di cancro.   

Nel cast anche Michael Shannon e Steve Carell. Per prepararsi alla parte Page ha incontrato la vera protagonista della storia, Stacie Andree, di cui dice: “E’ una persona straordinaria ed è stata fondamentale per tutti noi, me, il regista, lo sceneggiatore. Ho letto molto di lei e guardato molte volte un documentario che la riguardava ma starle vicino vale molto di più di tutto questo. Laurel Hester e Stacie sono un’ispirazione, hanno fatto una cosa cruciale, spostando l’opinione di un intero paese e accompagnandolo fino alla recente decisione della Corte Suprema che ha riconosciuto l’importanza dei matrimoni gay. E spero che partecipare a questo film dia anche a me l’opportunità di essere un riferimento per la comunità GLBT e soprattutto per i più giovani. Devo dire che uscire allo scoperto per me ha rappresentato un vantaggio. La mia carriera è stata molto più danneggiata negli anni in cui mi sono nascosta, perché stare nascosto non ti permette di crescere. E’ stato difficile recitare sapendo che tutto quello che si vede nel film è accaduto a persone reali, e che Stacie ha dovuto veder morire l’amore della sua vita. Ma Julianne è un’attrice umanamente molto generosa quindi abbiamo sviluppato una reale partnership e amicizia in maniera molto naturale. Eravamo in contatto molto intimamente, ci siamo toccate e accarezzate e interagito con facilità, siamo state fortunate ad avere questa intesa”.

Steve Carell interpreta l’attivista Steven Goldstein, e aggiunge un tocco ironico a un impianto drammatico: “E’ un attore straordinario – dice il regista – e non ha avuto molto bisogno di supporto. C’è da dire che Goldstein ha molto apprezzato la sua interpretazione e anzi voleva che il suo personaggio fosse ancora più provocatorio e sopra le righe. Se lo poteva permettere perché non era un protagonista, era in fondo la storia di Lauren e Stacie”.

“Infatti – continua Page – è una storia d’amore ma anche la storia di una comunità e sul percorso che si deve dare per raggiungere l’uguaglianza sociale. Per Stacie, che è una poliziotta, il punto è sempre stato questo. Uguaglianza. Per Steven la meta era il matrimonio gay. All’interno di questi movimenti ci sono sempre varie opinioni e aspetti diversi che si possono analizzare. Il mutamento è inevitabile, tutti dovranno rendersi conto che l’intolleranza incide negativamente sulla società. Essere gay e innamorarmi delle donne per me è la vita, è normale. Sono piena di ottimismo ed empatia, quindi posso capire anche quelli che non comprendono questo nostro modo di amarsi. Quello che non capisco e mi lascia sconcertata è perché queste persone non vogliano che gli omosessuali abbiano gli stessi diritti degli etero. Ancora in 31 Stati, in Usa, possono toglierti il lavoro o la casa se fai parte della comunità GLBT. Spero di poter tornare ancora sul tema come attrice o produttrice, non solo storie di diritti, anche semplici storie d’amore o di vita, riguardanti le persone gay”.

18 Ottobre 2015

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