Elisa Amoruso: amore fuori strada

Ha vinto il premio come miglior film al Social World Film Festival Elisa Amoruso, 32 anni, sceneggiatrice (su tutte, una collaborazione continua con Claudio Noce) e regista di un documentario-caso


VICO EQUENSE –  Ha vinto il premio come miglior film al Social World Film Festival Elisa Amoruso, 32 anni, sceneggiatrice (su tutte, una collaborazione continua con Claudio Noce) e regista di un documentario-caso che è rimasto due mesi e mezzo in sala, al Nuovo Cinema Aquila di Roma, registrando ogni sera il tutto esaurito. Il titolo è Fuori Strada, la storia vera di un amore diverso, quello tra un meccanico transessuale, Pino/Beatrice, e una badante rumena, Marianna. “Una storia incredibile: un uomo che diventa donna e si sposa con una donna in cui trova l’accoglienza, l’emozione, la comprensione che cercava”. Come definirebbe il suo film? Una storia di un amore che unisce una famiglia non convenzionale, in un paese spesso troppo convenzionale.

Come ha incontrato Beatrice?

Devo ringraziare una mia carissima amica del liceo che non c’entra col cinema, me l’ha presentata lei. Tra noi è scattato subito il colpo di fulmine, ci siamo capite al volo, e ho visto che aveva una gran voglia di raccontare la sua storia che mi ha appassionato. 

Ora che percorso avrà il film?

Sarà alle arene esitive di Isola Tiberina, Kino e Cinema Aquila. Poi a settembre uscirà il dvd per l’Istituto Luce dove troverete contenuti speciali tra i quali l’intervista a me e Beatrice insieme in officina e, ovviamente, alcune parti del film tagliate.

Anche il suo prossimo film sarà sull’amore che va al di là di discriminazioni, differenze e pregiudizi?

Assolutamente sì. Sarà il racconto di un amore che unisce al di là dei pregiudizi razziali. 

Scelta coraggiosa per il suo debutto nel lungometraggio di fiction.

Sì, devo dire che Fuori Strada mi ha aperto la via: adesso mi hanno dato il contributo ministeriale, che prima non mi avevano concesso – ci tengo a sottolineare che è un film del tutto indipendente ed è stato realizzato grazie alla passione di tre produttori Alfredo Covelli, Roberto De Paolis e Carolina Levi. Inizierò a girare a marzo 2015, tra Roma, Varsavia e Danzica, è una coproduzione tra Italia e Polonia.

Può svelarci il cast?

I protagonisti saranno Kasia Smutniak e Robert Wieckiewicz.

Che tipo di film dobbiamo aspettarci?

Una storia molto drammatica, un thriller psicologico con al centro due storie d’amore, di cui una osteggiata per pregiudizi culturali, religiosi e razziali.

Non abbandonerà la passione per il documentario adesso?

No, anzi, ne ho uno nuovo in cantiere: si intitola Strane straniere. Sulla scia di Fuori Strada racconto diverse donne che venendo da Iran e Cina e altri paesi lontanissimi sono riuscite a fare dell’immigrazione un punto di forza, e ora sono imprenditrici. 

Ancora cinema femminile, dunque.

Credo ci sia bisogno di portare un altro sguardo cinematografico, abbiamo la sensibilità e la capacità di raccontare contenuti importanti. E sono contenta che ci sia una nuova generazione di registe che si vanno affermando, da Alice Rohrwacher che ha vinto un meritato premio a Cannes fino a Laura Bispuri. Siamo ancora poche, ma piano piano ce la facciamo.

09 Giugno 2014

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