Esce giovedì 19 ottobre, in 350 copie, con anticipazione domani per partecipare al Cinema2Day, la commedia I Babysitter distribuita da Medusa, con Diego Abatantuono, Francesco Mandelli, Francesco Facchinetti, Paolo Ruffini. Prodotta dalla Colorado Film, la commedia è il remake di un film francese, Babysitting, anche se il produttore Maurizio Totti preferisce dire “liberamente ispirato”: “lì c’era un babysitter solo – commenta – qui abbiamo esteso il concetto”.
L’originalità sta nell’applicare il genere ‘found footage’, che di solito caratterizza film spaventosi come Blair Witch Project o Rec, a situazioni divertenti e ironiche, su due piani narrativi distanti: Mandelli e Ruffini interpretano la sezione ‘verità’ ambientata durante una festa selvaggia che degenera, dall’altro Abatantuono, Francesco Facchinetti e Antonio Catania sono i protagonisti di un segmento ambientato la mattina dopo il party, in cui rivedono, come fossero spettatori di un film, ciò che è accaduto la notte precedente, con risultati comici. Alla regia l’esordiente Giovanni Bognetti, che dice: “è utile avere un modello a cui ispirarsi, anche se poi si lavora per adattare alla sensibilità italiana, l’umorismo è diverso ma molte cose sono cambiate anche in base agli attori che avevamo nel cast. Si sono innescate fantasie particolari. Non è una fotocopia dell’originale. Le prove non sono durate tanto, sono bastati un paio di giorni a discutere dei personaggi. Abbiamo lavorato molto ad esempio su quello di Facchinetti”.
“Lo avevo preparato per quaranta giorni – risponde lui – ma appena arrivato tutti mi hanno detto che non funzionava. Però è stata una grande esperienza, faccio un vice ispettore capo di polizia, è già fa ridere perché se sei vice non sei capo. E sono fissato con CSI quindi rendo tutto più grave perché in Italia non sembra che succedano mai cose gravi come nelle serie americane”. “La parte girata in maniera tradizionale, con Abatantuono – dice Mandelli – aggiunge spessore al tutto. La nostra è la parte ignorante, dove però si capisce che siamo un gruppo, non è un film incentrato su una singola personalità. In una scena ho dovuto limonare con Ruffini, che oggi è assente. Il regista è stato un po’ sadico, ce l’ha fatta ripetere tante volte. Beh, visto che di solito il found footage lo usano per l’horror, magari poteva anche essere un omaggio”.
“Ho conosciuto tanti esordienti – dice per contro Abatantuono – anche se oggi è assurdo pensare a Vanzina, Salvatores o Veronesi come esordienti, ma poi ci ho lavorato tanto perché mi sono sempre trovato bene e spero anche che Giovanni faccia altri film e li faccia fare a me, anche se è così bravo che verrebbe voglia di fermarlo, così non si sbaglia. Lavoro bene con lui e anche di improvvisazione, è una cosa compresa nel ‘pacchetto Abatantuono’, ma non lo faccio mai in maniera scomposta. Avviso sempre, propongo elementi e poi il regista decide se tenerli o meno”.
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