È questo l’amore che vorrei

Fondazione Doppia Difesa, One More Pictures e Rai Cinema affrontano il tema della violenza psicologica subita dalle donne con il corto "L’amore che vorrei" di Gabriele Pignotta


VENEZIA – Dopo i cortometraggi Un’altra storia, progetto contro la violenza sulle donne, e Ancora un’altra storia, sul fenomeno dell’alienazione parentale, la Fondazione Doppia Difesa insieme a One More Pictures e Rai Cinema affrontano il tema della violenza psicologica subita dalle donne all’interno della coppia. Protagonista della campagna ancora una volta un cortometraggio, L’amore che vorrei di Gabriele Pignotta, presentato oggi al Lido e che andrà in onda il prossimo autunno sulle principali reti tv nazionali. Al centro del racconto cinque donne vittime di maltrattamenti, interpretate da Michelle Hunziker, Michela Andreozzi, Claudia Potenza, Mia Benedetta, Giulia Elettra Gorietti. Nel corto il racconto della realtà si sovrappone a quello dell’immaginazione, creando un mondo parallelo in cui il desiderio di vivere un amore sano diventa possibile, e le donne da soggetti che subiscono violenza possono diventare protagoniste artefici della propria felicità. L’amore che vorrei è prodotto dalla One More Pictures di Manuela Cacciamani e Rai Cinema in collaborazione con K+Film.

“In un momento in cui si assiste ad un aumento preoccupante dei casi di femminicidio affrontare l’argomento della violenza sulle donne risulta ancora più delicato – ha spiegato il regista Gabriele Pignotta. “Al di là di proporre soluzioni, quello che ho cercato di fare è stato creare una storia che sapesse sprigionare una forte suggestione emotiva, capace di scuotere lo spettatore e spingerlo all’azione. Questo perché alla base degli atteggiamenti violenti c’è un pregiudizio culturale maschilista sbagliato, e nel nostro piccolo con questo progetto vogliamo proprio cercare di cambiare questa cultura”.  

La campagna vuole indirizzare le donne verso la costruzione di un rapporto di coppia sano, basato sul rispetto reciproco e sul diritto all’amore e si propone anche di dimostrare che può essere utile affidarsi all’aiuto di uno psicologo (nel film interpretato da Giulio Berruti). Ma anche spingere a riconoscere i comportamenti violenti per avere il coraggio di bloccarli e denunciarli. Perché sottolinea Giulia Bongiorno “il maltrattamento fisico nasce dalla violenza e dalla prevaricazione psicologica, e il messaggio del corto è quello di rivelare anche le forme più subdole che può assumere la violenza”. E proprio alla Fondazione Doppia Difesa creata da Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno e al loro impegno nei confronti delle donne è stato assegnato il Premio Sociale StarLight Cinema Award di quest’anno, un riconoscimento attribuito da un’Academy tutta al femminile di giornaliste e critiche cinematografiche dei maggiori media italiani: Alessandra De Luca, Titta Fiore, Alessandra Magliaro, Marta Perego, Cristiana Paternò, Angela Prudenzi, Barbara Righini.

05 Settembre 2016

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