Women in Cinema Award: nessun talento vada sprecato

Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà e di APA, ha parlato di "dati sul management femminile in leggero miglioramento e specialmente per quanto riguarda gli under 35". L'intervento al Premio Women in Cinema Award


WICA, Women in Cinema Award, è un ormai un appuntamento fisso dei grandi festival, da Venezia a Roma. E proprio il MAXXI ha ospitato l’ottava edizione del riconoscimento nato da un’idea di Angela Prudenzi, Claudia Conte e Cristina Scognamillo, con l’obiettivo di valorizzare il talento delle donne, nell’industria cinematografica e nel mondo delle arti italiane e internazionali, con grande attenzione al sociale e all’impegno per i diritti civili.

Le premiate di questa edizione, scelte dall’Academy di giornaliste e critiche cinematografiche, sono Daria D’Antonio, Vivia Ferragamo, Doriana Leondeff, Francesca Mannocchi e Nina Zilli. A Lina Sastri va il Premio alla carriera, Joy Ezekiel, giovane donna nigeriana che con grande coraggio ha raccontato la sua drammatica vicenda nel libro intervista Io sono Joy. Un grido di libertà dalla schiavitù della tratta, ha avuto il Premio per il sociale. Del resto questa ottava edizione era dedicata alle donne dell’Africa.

Prima della premiazione si è tenuto un panel sul talento delle donne, a cura di KPMG, che ha lanciato lo slogan “nessun talento vada sprecato”. Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà e di APA, ha parlato di “dati sul management femminile in leggero miglioramento”. Tuttavia “le produttrici – ha proseguito Sbarigia – restano poche, mentre migliorano i risultati per gli under 35”.  Sbarigia, vincitrice del Premio WICA alla Mostra di Venezia, ha sottolineato la centralità della formazione professionale per la parità di genere, iniziativa lanciata e sostenuta proprio da Cinecittà con corsi aperti a tutti, gratuiti, finanziati dal PNRR. Tra i settori interessati, i mestieri tradizionali, le professioni legali, l’innovazione, l’animazione.

Federica Lucisano, ad Lucisano Media Group, ricorda con un esempio concreto come sia difficile per il talento femminile farsi strada. “Sono contenta di aver visto qui alla Festa di Roma l’opera prima di Paola Cortellesi, attrice che ho contribuito a lanciare producendo Nessuno mi può giudicare. Ricordo che all’epoca mi chiedevano nel film ‘un maschio forte, altrimenti il pubblico non andrà a vederlo’. Invece c’era il talento di Paola che era enorme e più che sufficiente. Occorre promuovere storie che liberino il talento dai cliché e consentano di affermarsi a un modello femminile più vicino alla realtà. E anche aiutare la donna a non dover scegliere tra professione e maternità”.

Battaglia su cui è fortemente impegnata Svetlana Celli, presidente dell’assemblea capitolina del Comune di Roma: “Abbiamo appena approvato un atto – annuncia – che consente alle consigliere che hanno avuto un bimbo di votare ed essere presenti in aula sulla piattaforma”.

Ludovico Mazzolin, direttore generale dell’Istituto per il Credito Sportivo, invita a “coniugare la dimensione economica e finanziaria con quella sociale per costruire un modello attento alla domanda di figure professionali e creare un contatto tra chi si è appena formato e il mercato”. Interviene Roberto Natale, direttore Rai per la sostenibilità: “La parità di genere deve essere uno dei nostri pilastri. Non solo la sostenibilità ambientale, ma anche quella sociale, sono un dovere per il servizio pubblico che ha il compito di lavorare sull’immaginario e proporre role model per le ragazze. Lo facciamo con serie come Imma Tataranni e Blanca. La Rai ha aderito al progetto 50/50 lanciato dalla BBC che ci impone di contare le presenze femminili nei nostri programmi: non parliamo di showgirl ma di economiste, giuriste, politiche invitate ai talk show. Siamo impegnati anche sul fronte del ‘No Women, No Panel’, la Rai ha chiesto infatti a varie istituzioni, tra cui Regioni e università di sottoscrivere l’impegno a smantellare la pratica dei manel. Dove non ci sono relatrici e una rappresentazione paritaria non c’è discussione. Non dobbiamo valutare il servizio pubblico solo sul rispetto della par condicio politica. Del resto, se ci sono modi di accesso puliti e trasparenti, le donne non hanno bisogno delle quote”.

Presente al premio WICA anche la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Eugenia Roccella.

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