Francesca Comencini: “La memoria delle Fosse Ardeatine dal teatro al cinema”

L'attentato di Via Rasella e l'eccidio delle Fosse Ardeatine prendono vita nel documentario di Francesca Comencini, che riprende lo spettacolo teatrale


Sei donne diverse legate dall’attentato di Via Rasella e dall’eccidio delle Fosse Ardeatine. Una storia tutta al femminile raccontata con le loro parole e le loro voci nello spettacolo teatrale Tante facce nella memoria, di Francesca Comencini, divenuto ora un docufilm prodotto da Kavac e Nacne e in compartecipazione con la troupe, che sarà proiettato il 28 ottobre nell’ambito della Festa del cinema di Roma 2023 e anche lo stesso giorno alle 21.30 al Cinema Giulio Cesare e il 29 alle 18 al Nuovo cinema Aquila.

In scena solo sei sedie per le protagoniste di questa storia: Ada Pignotti, Gabriella Polli, Vera Simoni, Carla Capponi, Marisa Musu, Lucia Ottombrini. Sono una moglie e due figlie di uomini trucidati nell’eccidio e tre gappiste, partigiane decorate al valor militare che erano a via Rasella. Le loro testimonianze sono state raccolte da Alessandro Portelli e pubblicate nel libro L’Ordine è stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria, da cui lo spettacolo è liberamente tratto con la drammaturgia di Francesca e Mia Benedetta.

In scena Lunetta Savino, Carlotta Natoli, Simonetta Solder, Chiara Tomarelli, Bianca Nappi e Mia Benedetta. Come a teatro anche sullo schermo testo e interpretazione (con la fotografia di Luca Bigazzi e il suono in presa diretta di Daniele Ingrati) trasmettono l’intensità di questa drammatica pagina della seconda guerra mondiale e della Resistenza: 335 uomini uccisi per rappresaglia dopo l’attentato del 23 marzo 1944 realizzato dai Gap romani in via Rasella, in cui morirono 33 soldati tedeschi.

“Lo spettacolo nacque tanti anni fa, autoprodotto, ci sembrava una cosa importante da fare e da portare in giro – racconta Francesca Comencini – Per alcuni anni sono state le attrici a prendere la staffetta, a farsi carico di farlo circolare, ovunque fosse possibile. Adesso Lunetta ed io, con Luca Bigazzi, ci siamo detti che dovevamo trovare un modo di lasciarne traccia, di continuare a trasmettere le parole e i racconti di queste donne e così abbiamo deciso di girare questo piccolo documentario in un giorno, un lunedì al teatro Ghione, per lasciare traccia di quel testo. Quindi abbiamo avuto l’onore della selezione della Festa del cinema di Roma 2023, poi si vedrà”.

Un testo che ha anche una drammatica attualità: “Quando abbiamo iniziato a lavorarci la situazione mondiale era completamente diversa – dice Francesca Comencini – nel loro intenso racconto orale queste donne, pur così diverse tra loro, fanno venire alla luce tutta la loro forza”. Ciascuna di loro porta con sé una grande umanità che emerge anche in circostanze così violente e assurde. “Sono vedove indomite, segnate ma piene di forza che hanno vissuto ai margini della Storia, come tante delle donne che ho raccontato nel mio lavoro, mentre le partigiane che sono al cento della storia, si raccontano senza retorica”.

E ancora: “Sono voci dell’intelligenza popolare, smarrite di fronte allo stupore della perdita improvvisa, alla rabbia verso le mistificazioni nazifasciste, al pianto nascosto delle madri e alle domande senza risposte delle figlie. Credo sia molto importante, soprattutto in questi tempi, ascoltare questi racconti pieni di dolore, di forza, di coraggio, di differenza, – uno sguardo laterale di chi dalla Storia con la S maiuscola è ai margini ma la subisce, le donne, che poi, sempre, da quei margini, hanno raccolto il mondo fatto a pezzi e lo hanno rimesso in piedi e ricreato un possibilità di vita, per tutte e tutti”.

Francesca Comencini è all’ultimo giorno di set del film che ha dedicato a suo padre Luigi (Prima la vita, con Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano).

 

Cristiana Paternò
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