Il regista maliano Souleymane Cissé è morto il 19 febbraio all’età di 84 anni in una clinica di Bamako, la capitale del Mali, dove era nato il 21 aprile 1940. L’indomani era atteso a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, dove avrebbe dovuto presiedere la giuria del festival.
Vincitore del Premio della Giuria nel 1987 per Yeelen, la Luce, Cissé è stato il primo regista dell’Africa subsahariana a vincere un riconoscimento al Festival di Cannes. Nel 2023 la Quinzaine des cinéastes di Cannes gli ha assegnato una Carrosse d’or per celebrare la sua opera fortemente legata alla terra e alla storia del suo popolo, sullo sfondo della lotta per la democrazia e la modernizzazione del suo Paese.
Temi quali la denuncia sociale, il conflitto generazionale e il contrasto tra tradizione e rinnovamento sono declinati in opere come Cinq jours d’une vie (1971), vincitore del Tanit di bronzo delle Journées Cinématographiques de Carthage, e Baara, il lavoro, premiato al Festival Panafricain du Cinéma de Ougadougou nel 1979.
Come molti cineasti africani, Cissé studiò cinema a Mosca fra il 1963 e il 1969, dove girò i primi tre cortometraggi. Tornato in Mali, lavorò per il Centre national de production cinématographique del Ministero dell’informazione realizzando cinque documentari e una trentina di reportage.
Il contrasto sociale è alla base de La ragazza (1975), primo film del Mali in lingua bambara, vietato dalla censura, che racconta la vicenda di Ténin, figlia muta di un ricco industriale, che, innamorata dell’operaio Sékou, rimane incinta, ma viene abbandonata dall’uomo e rinnegata dalla famiglia.
Yeelen (1987) lo ha consacrato a livello internazionale: protagonista è la luce, rappresentata non solo come elemento naturale, ma come forza che risolve lo scontro generazionale tra il giovane Nyanankoro e il padre Soma, maestri di un sapere magico che è potere e dominio sulla natura. La lavorazione del film ha tenuto impegnato Cissé per oltre sei anni, tre per la ricerca dei finanziamenti e circa tre e mezzo per le riprese, più volte interrotte per le tempeste di sabbia, gli incidenti sul set, le minacce di maledizione dei capi tribali, la morte dell’attore principale Ismaïla Sarr.
Nel 1995 è tornato al Festival di Cannes con Il tempo, un film di vagabondaggio e di ricerca che dal Sudafrica dell’apartheid attraversa il deserto, per ritornare, e finire, al punto di partenza. Altri suoi film sono Min Ye (2009), O Sembene! (2013) e O Ka (2015).
Cissé è stato presidente dell’Associazione dei Registi e dei Produttori di Cinema e Arti Audiovisive dell’Africa Occidentale.
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Classe 1938, docente alla Sapienza, è stato presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia. Tra le tante pubblicazioni libri su Cinecittà, Totò, Pietro Germi, sul neorealismo e l'ultimo su Carlo Ludovico Bragaglia per il Csc
Il regista, premiato con l'Orso d'Argento al Festival di Berlino del 1986, aveva 94 anni