‘Donnie Darko’: tra Salinger e Lynch un viaggio nella mente diventato cult

Un giovane Jake Gyllenhaal è il protagonista di uno dei film più audaci e bizzarri degli anni Duemila


Il 2 ottobre 1988, esattamente a mezzanotte, una voce roca e autoritaria risuona nella stanza del liceale Donnie Darko, interrompendo il silenzio della notte. Donnie, seduto sul letto, appare come in uno stato di trance, gli occhi fissi nel vuoto. La voce, cupa e inquietante, lo esorta a svegliarsi e a uscire. Il ragazzo, come se fosse spinto da una forza esterna, obbedisce, lasciando la sua stanza in uno stato di sonnambulismo.

Ecco quando il mondo finirà

Si avvia verso un campo da golf poco distante, attraversando la notte silenziosa. Qui, nel bel mezzo dello spazio desolato, gli si presenta una figura misteriosa e sinistra, avvolta in un costume da coniglio dall’aspetto inquietante. L’essere, con una voce deformata, metallica e cavernosa, la stessa che lo ha guidato fino a quel luogo, gli rivela una profezia agghiacciante: «28 giorni. 6 ore. 42 minuti e 12 secondi. Ecco quando il mondo finirà».

Improvvisamente, un boato terribile squarcia l’aria, interrompendo il silenzio notturno. Tuttavia, la causa di questo suono assordante rimane un mistero fino al mattino seguente. Quando Donnie, che ha trascorso la notte sul campo da golf, fa ritorno a casa, scopre con orrore ciò che è accaduto.

Sul suo braccio, come un marchio indelebile, Donnie trova le cifre «28:6:42:12» scritte con un pennarello, un macabro promemoria della profezia appena ricevuta. Quel momento segna l’inizio di una serie di eventi misteriosi e inquietanti che trascineranno Donnie in una spirale di domande senza risposta e visioni apocalittiche.

Il mistero di Donnie

Questo è l’evento scatenante di uno dei film più audaci e bizzarri degli anni Duemila. Da quella notte Donnie (interpretato da un meravigliosamente frastornato Jake Gyllenhaal) riceverà spesso la visita di Frank, l’uomo-coniglio, che guiderà la sua ricerca di un senso al rompicapo che è diventata la sua vita di adolescente problematico, sempre fuori posto, perennemente disorientato.

Un amalgama riuscitissimo di generi diversi: tra sci-fi adolescenziale e horror gotico, mistery, thriller con venature psicologiche e drama. Donnie Darko è un unicum che non si può classificare, capace di strizzarti per bene il cervello mentre ti fa battere il cuore e scintillare lo sguardo. Una storia la cui interpretazione resta ancora un mistero a distanza di vent’anni.

Il segreto di un cult

Il motivo per cui ha generato il clamore che ha avuto e per il quale continua a godere di uno status di cult è che per molti è più di una storia. È stato un incontro nel viaggio della vita con un personaggio che ha toccato emotivamente.

Donnie Darko è stato descritto dal suo regista – Richard Kelly –  come: “Il giovane Holden raccontato da Philip K. Dick” ed è vero. il film costruisce una specie di  ponte simbolico  tra J.D. Salinger e David Lynch. Quando il film uscì per la prima volta nel 2001, i paesaggi onirici lynchiani erano ancora all’orizzonte per alcuni degli spettatori, specialmente quelli più giovani e quindi il film per una certa generazione fu un’introduzione e un accompagnamento adolescenziale al cinema di David Lynch. Un legame che emerge attraverso la sovversione della pittoresca periferia e la creazione di mondi confusi e spazi surreali. L’influenza di Salinger è innegabile con i temi della depressione, dell’ansia per la propria identità, della sessualità e del senso di scopo e appartenenza.

Il film usa molti “detriti” della cultura pop degli anni ’80, che creano un’atmosfera nebbiosa e nostalgica, rendendo il finale ancora più confuso per chi lo guarda per la prima volta. Aggiungi vortici e misteriosi conigli parlanti e gli spettatori si ritrovano con molte domande senza risposte, ma con l’impressione di aver assistito a qualcosa di unico.

A quasi un quarto di secolo dalla sua uscita, è ormai considerato un classico ancora capace di far riflettere e generare ogni sorta di elucubrazione filosofica. Fortunatamente, gli anni hanno fornito abbastanza tempo per esplorare a fondo il significato di Donnie Darko dietro il misterioso finale. A voi scoprirlo.

Tre lezioni da portarsi a casa

Affrontare il Caos della Vita

La vita di Donnie Darko è piena di confusione, incertezze e forze che sembrano al di fuori del suo controllo. Il film mostra come Donnie lotti per dare un senso al caos che lo circonda, inclusi i suoi problemi mentali, le visioni inquietanti e gli eventi sovrannaturali. Una lezione che si può trarre è che, nonostante le sfide e le complessità della vita, è importante affrontarle e cercare di dare un significato alla propria esistenza, anche quando sembra difficile o impossibile.

L’Importanza delle Scelte e delle Conseguenze

Donnie è costantemente messo di fronte a scelte difficili, e il film esplora le conseguenze di queste scelte, non solo per lui, ma per le persone che lo circondano. Questo può insegnare ai giovani che ogni decisione che prendiamo ha delle conseguenze, e che è importante essere consapevoli e responsabili delle proprie azioni. Anche le scelte apparentemente piccole possono avere un impatto significativo sulla propria vita e su quella degli altri.

Il Valore dell’Autenticità e della Non Conformità

Donnie è un personaggio che si distingue per la sua intelligenza, ma anche per la sua difficoltà ad adattarsi ai normali canoni sociali. Il film mette in luce la tensione tra il conformismo e l’autenticità personale, mostrando come Donnie rifiuti di conformarsi alle aspettative superficiali della società, cercando invece di essere fedele a se stesso. Questa lezione può essere particolarmente potente per i giovani, incoraggiandoli a rimanere autentici e a non avere paura di essere diversi o di pensare in modo indipendente, anche quando ciò comporta il rischio di essere incomprendibili o emarginati.

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17 Agosto 2024

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