Polvere: quando il cinema si fa sociale.
Il titolo del cortometraggio evoca palesemente la cocaina – una delle dipendenze contro cui ancora c’è da combattere, accanto ad altre forme di dipendenza come ludopatia, bullismo e alcolismo – e, a mo’ di monito, cita espressamente anche la Genesi: “…finché tornerai alla terra, perché da esso sei stato tratto: POLVERE tu sei e in polvere tornerai!”.
Diretto da Francesco Bellomo e Walter Croce, e interpretato, tra gli altri, da Giulio Base, il film è prodotto da Corte Arcana con Romana Film che sostengono un progetto di educazione alla salute e prevenzione di comportamenti a rischio, iniziativa che riguarda le scuole del Comune di Roma, in particolare gli studenti delle Scuole Secondarie di secondo grado.
Rosa (Alessandra Ferrara) è una studentessa siciliana appena arrivata nella Capitale con la passione per la recitazione, che condivide con i coinquilini: il trio frequenta l’ambìto corso di recitazione di un pigmalione della recitazione (Giulio Base). S’innescano, come mala conseguenza, i primi incontri nello squallido e prevedibile limbo nebbioso di certa parte dello spettacolo, in cui personaggi senza scrupoli, portatori di false promesse, facilmente inducono all’uso della droga, imminente dipendenza. Questo precipitare viene condotto da Cesare, “er pusher da quattro soldi che te sbuca dappertutto, ma te può servire”: con lui l’inizio di un declino inarrestabile per Rosa, lontana dalle lezioni di teatro, dal suo maestro e dagli amici, che infine sfiora in un momentaneo ritorno al passato pulito, ma ormai è troppo tardi per tornare sui propri passi ante discesa agli inferi della tossicodipendenza, perché finisce per essere proprio “lei (la droga) a gestire noi”, come recita il personaggio di Base.
Il cortometraggio viene presentato in anteprima mercoledì 11 dicembre presso il Senato della Repubblica, dopo la proiezione lo psichiatra Raffaele Morelli modera un dibattito sul tema.
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