Di Gregorio, buono a nulla

MANTOVA. Uomini troppo arrendevoli, accondiscendenti e miti che non sanno mai dire di no. Individui cui basta uno sguardo o una scollatura profonda per essere messi nel sacco. Sono queste docili figure i protagonisti di Buoni a nulla, la terza commedia di Gianni Di Gregorio presentata con alcune clip in anteprima agli Incontri del cinema d’essai di Mantova.
Il regista torna così a raccontare la difficoltà dei rapporti umani, specie tra uomini e donne, con il garbo che lo ha contraddistinto anche nei precedenti Pranzo di Ferragosto e Gianni e le donne. Anche in questo caso Di Gregorio veste sempre il duplice ruolo di regista e interprete e si costruisce un personaggio su misura, che dà l’impressione di avere con la sua vita reale diversi punti di contatto nome incluso.

“Sono soddisfatto del film perché è una scommessa vinta – ha spiegato Di Gregorio alla platea di esercenti al Cinema Ariston – Non era facile che un uomo mite e bonaccione, uno che subisce sempre riuscisse a ribellarsi, finendo col diventare un po’ cattivo. Noi della troupe non siamo sicuri che possa succedere anche nella vita reale ma una cosa è certa: quando accade il risultato è esilarante”.
In Buoni a nulla in sala dal 23 ottobre con Bim e, in anteprima al Festival di Roma il 18 ottobre, Gianni è un impiegato prossimo alla pensione a cui per una circolare ministeriale si vede prima aumentare a 3 anni il tempo necessario per smettere di lavorare, e poi viene trasferito dall’ufficio di sempre, in centro città, all’estrema periferia. Il tutto in un’unica mattinata.
A dargli la notizia, il suo capo, un cameo interpretato da Angelo Barbagallo, il coproduttore del film (assieme a Rai Cinema) che non compariva  in una pellicola dai tempi di Aprile (lì nei panni di se stesso), quando lavorava gomito a gomito con Nanni Moretti. Qui è un superiore cinico ma vigliacco che comunica notizie gravissime ai dipendenti senza il minimo tatto fingendosi poi gravato lui per primo dal loro peso.
Un ruolo che Di Gregorio voleva assolutamente dare al produttore e per il quale ha dovuto vincere una forte resistenza. “Ho insistito mille volte con lui – ha svelato il regista – poi un giorno, improvvisamente, mi ha detto ‘Va bene lo faccio così mi compro una giacca nuova’”.


Barbagallo non è l’unico cameo doc del film: nei panni dei vicini di casa più o meno pestiferi ci sono anche l’avvocato del cinema Giovanna Cau e il regista Ugo Gregoretti. Costretto ad ambientarsi in un nuovo ufficio e, finalmente, a lavorare Gianni, oltre a scontrarsi con il computer, oggetto di cui sa a malapena schiacciare l’interruttore, deve interfacciarsi con i nuovi inquietanti colleghi (Anna Bonaiuto, Gianfelice Imparato). Fortunatamente tra loro trova un amico, Marco (Marco Marzocca) altro fesso perennemente messo sotto scacco dalla vicina di scrivania (Valentina Lodovini) che lo ipnotizza con le sue curve per farlo lavorare al posto suo.
Gianni si decide a cambiare per sé e per il suo amico. Su consiglio del suo medico-dentista, ovvero il compagno della sua ex moglie, prova a incavolarsi e a sfogare la sua rabbia repressa su qualcuno. Un esercizio terapeutico che da i suoi frutti al punto che comincia a farsi rispettare. Resta solo una cosa da fare, insegnare al suo amico Marco come dire no. L’impresa è titanica ma necessaria se vogliono smettere di essere buoni a nulla.