Di cosa parliamo quando parliamo di Fus?


Su Le Monde di sabato 27 novembre è comparso a firma di Clarisse Fabre un articolo che parla di un emendamento inserito nella finanziaria francese che prevede un prelievo dai fondi del CNC (Centro Nazionale del Cinema e dell’Animazione) per inserirlo nel budget complessivo dello Stato. La cosa ha suscitato grande scalpore perché, pur essendo stata ridotta da 130 milioni di euro a 20 milioni la cifra che si vuole prelevare, il principio di sottrarre alla cultura fondi per fare cassa al fabbisogno generale dello Stato ha visto contrari i membri (sia di destra che di sinistra) della Commissione cultura del Senato e lo stesso ministro delle Finanze.

 

Per capire il senso dell’articolo bisogna sapere che il CNC viene finanziato con un prelievo fiscale da tutta la filiera che utilizza il cinema (sala, Free TV, Pay TV, DVD, Telefonia, Internet etc…) costituendo un fondo di centinaia di milioni che viene poi redistribuito, in forma quasi esclusivamente automatica, fra gli operatori della produzione, distribuzione, promozione e delle sale.

 

E’ la famosa “tassa di scopo” che da noi viene vista come una peste ma che ha garantito alla Francia un sistema forte e stabile che consente al cinema di autofinanziarsi a livelli per noi impensabili. Risultato anche dell’atteggiamento comune (sia alla destra che alla sinistra) che ha fatto del cinema un pilastro della cultura nazionale e lo protegge da ogni attacco avendolo messo sotto l’ombrello dell’ “eccezione culturale”.

 

Ecco, per sommi capi, cosa racconta l’articolo: il CNC (Centro Nazionale per il Cinema e l’ Animazione) ha sudato freddo. Il Fondo di sostegno del CNC, quasi interamente dedicato alla produzione di film e prodotti audiovisivi, ha rischiato di perdere 130 milioni di euro di entrate al momento dell’esame della prima parte della legge finanziaria 2011, al Senato, martedì 23 novembre scorso.

 

Puntando il dito sull’aumento delle entrate del CNC nel 2010 (+174 milioni di euro), il responsabile economico del fabbisogno statale, Philippe Marini (UMP), ha presentato un emendamento atto ad effettuare un “prelievo eccezionale” di 130 milioni di euro, sostenendo che un tale aumento di risorse rischia di creare un “aumento ingiustificato” nelle spese.

 

I membri della Commissione cultura del Senato, di destra e di sinistra, si sono opposti all’emendamento, sostenendo che il CNC deve affrontare la grande sfida della rivoluzione digitale. Dopo la discussione la richiesta di prelievo è stata ridotta a 20 milioni di euro – che comunque lascia al CNC un aumento di fondi pari a 154 milioni di euro.
L’iniziativa di sottrarre fondi alla cultura per destinarli al fabbisogno generale dello Stato ha sorpreso perfino il ministro dell’ Economia, Francois Baroni, il quale ha dato un parere sfavorevole in nome dell’eccezione culturale (sotto la cui definizione vanno tutte le misure a salvaguardia e rafforzamento delle identità nazionali e diversità culturali dei singoli paesi).

Negli ultimi anni, le entrate fiscali del CNC registrano un aumento annuo pari al 5%. L’anno 2011 si annuncia eccezionale: il prelievo fiscale dovrebbe infatti produrre 750 milioni di euro nel 2011 (+30,2%), contro i 576 nel 2010, in virtù soprattutto del forte aumento di proventi dalla telefonia”.

Se si pensa che in Italia ci battiamo per il rinnovo degli incentivi fiscali (che riportano allo Stato 3 volte più di quanto viene investito) e per una integrazione del FUS a 400 milioni (di cui al cinema circa 75 e il resto alla prosa, lirica, danza e ogni altra forma di spettacolo, oltre che alla promozione e ai festival) si capisce quanti anni luce siamo lontani dai cugini francesi, ma soprattutto non si capisce perché da noi un sistema in buona parte “copiabile” non sia mai stato preso in considerazione.

28 Novembre 2010

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