Dal Belgio una escort che fa discutere i ragazzi di Giffoni

GIFFONI VALLE PIANA – Già prima che il festival prendesse vita, qualche giornale aveva contestato la scelta da parte dei selezionatori di alcuni film in concorso. Tra questi BO, film belga del giovane regista Hans Herbots che racconta la storia di Deborah, una quindicenne come tante altre che stanca di un contesto familiare impoverito dal licenziamento della madre, trova nella prostituzione una risposta ai suoi bisogni materiali: essere escort significa avere contante a portata di mano, comprare vestiti firmati, frequentare uomini ricchi e potenti, ballare e consumare alcool e pasticche nei locali più in della città. Ovviamente tutto questo avrà un costo fisico e psicologico notevole per la ragazza, che finirà prima nel carcere minorile e poi, una volta fuori da lì, sarà consegnata dal fidanzato ai trafficanti di donne. Deborah riuscirà, in maniera rocambolesca, a fuggire dalla schiavitù in cui era caduta e finalmente a tornare a casa.

Il film, decisamente duro e complesso, è stato molto apprezzato dai ragazzi, che hanno sottolineato, a differenza di quanto scritto da alcuni giornali, quanto sia importante per loro vedere questo genere di film perché ciò che viene solitamente mostrato loro, dalla tv al cinema in generale, sono storielle banali incapaci di vedere e analizzare determinate realtà. Senza mezzi termini, come solo i più giovani sanno fare, alcuni giurati durante il dibattito con il regista, hanno definito certa stampa lo specchio di un’Italia ignorante, ipocrita e benpensante che li vede come tanti idioti. Vivere occasioni in cui ci si possa confrontare sulle conseguenze del consumismo, sulla propensione sempre più diffusa tra i giovanissimi al consumo di alcool e sostanze stupefacenti, sulla ricerca del piacere personale attraverso scorciatoie che mercificano il corpo… beh, se questo confronto, sottolineano i ragazzi, avviene attraverso la visione di film intelligenti e tecnicamente curati e attraverso un confronto aperto che fa dialogare diversi punti di vista, considerata la provenienza di ragazzi da culture e religioni diverse, Giffoni vince la sua scommessa pedagogica oltre che artistica.