Così è nato Francesco, il film sul Papa di cui tutto il mondo parla

Abbiamo intervistato Eleonora Granata, milanese di base a Los Angeles: è lei la produttrice del documentario di Evgeny Afineevski


Il film che forse sta facendo più rumore sulla stampa mondiale tra tutti quelli passati alla 15ma edizione della Festa del Cinema di Roma, ovvero Francesco, del regista candidato all’Oscar Evgeny Afineevsky, per la dichiarazione esplosiva del Papa (leggi l’articolo di Cinecittà News) sulla necessità di tutelare le coppie omosessuali, ha un’anima italiana. La sua produttrice associata è infatti la milanese Eleonora Granata, da anni impegnata a produrre cinema di qualità negli Stati Uniti. Arrivata a Los Angeles 25 anni fa per seguire produzione e acquisizione di RCS Film, Granata ha lavorato per major e studios come responsabile mondiale per le acquisizioni e coproduzioni di film e TV. Oltre a rappresentare per anni diversi festival internazionali per gli USA come Locarno, Venezia e ora il Tallinn Black Nights, ha prodotto il primo film di Andrea Pallaoro, Medeas, presentato a Venezia, e sta producendo il terzo, Monica, con altri produttori italiani, Marina Marzotto e Mattia Oddone di Propaganda Film. Collaboratrice di Oliver Stone per il documentario sull’Ucraina premiato a Taormina, è sensibile alle tematiche ambientali e sociali, con documentari sui devastanti incendi in Australia e sulle lotte delle donne native americane per la preservazione dell’ambiente e della loro cultura originaria. Attualmente sta sviluppando una mini-serie su Isadora Duncan e un lungometraggio tratto dal best seller Daring To Drive, dell’attivista, scienziata e scrittrice saudita Manal Al-Sharif, definita dalla rivista ‘Time’ una delle 100 donne più influenti al mondo. Infine ha in pre-produzione un film (Broken Souls) e la serie TV europea God’s Fall.

Sulla nascita del progetto intorno a Papa Francesco, che ora è conteso da festival e distribuzioni di tutto il mondo, Granata ci ha raccontato: “Ho conosciuto Evgeny Afineevski tramite comuni amici e 3 anni fa ci siamo incontrati per parlare dei suoi progetti, a me piacque subito quello su Papa Francesco, ma gli chiesi di essere molto chiaro su cosa volesse dire al mondo, vista la mediaticità del soggetto: soprattutto far risaltare il suo impegno umano e sociale, la sensibilità nei confronti dell’ambiente e dei diseredati. Dal mio punto di vista e soprattutto vivendo qui negli USA sentivo il bisogno di diffondere il più possibile il messaggio di uno dei pochi leader mondiali che ha il coraggio di parlare di valori positivi, umanitari e contro le infamie perpetrate dal capitalismo, di combattere contro la povertà”.

“La preparazione è stata febbrile – prosegue Eleonora – Evgeny è instancabile e ha un energia esplosiva. Ho messo insieme un team di validissimi collaboratori come Max Bartoli, che aveva già lavorato in Vaticano, e Martin De Bokay, che da Los Angeles ha seguito Evgeny. Siamo partiti un po’ all’avventura costruendoci i contatti con il Vaticano pezzo per pezzo da veri outsider. Cristina Priarone e Luciano Sovena di Lazio Roma Film Commission ci hanno subito accolto ed aiutato nei nostri primi passi. Avevamo affittato un appartamentino vicino al Vaticano, con le finestre che guardavano sui giardini dell’Ambasciata Russa, un luogo sempre circondato da minacciose guardie armate, vero monito ai nostri pensieri ogni qualvolta tornavamo a casa. (Evgeny è russo ed ha avuto tantissime grane durante e dopo il film Winter On Fire). Uno dei momenti più emozionanti che ricordo è quando abbiamo finalmente incontrato il cardinale Dario Viganò, un incontro andato benissimo che ci diede il vero accesso al Vaticano. Ma dovunque siamo stati per le nostre ricerche e per la produzione, in Rai, negli archivi, da TV 2000, abbiamo sempre incontrato persone disposte a darci una mano, a costruire con piccoli passi quello che poi è stato il nostro film”.  

La produttrice ammette di non essersi aspettata l’enorme reazione mediatica alle parole del Papa sugli omosessuali. “E’ stata una incredibile sorpresa, nella quale in parte speravamo e che in parte temevamo, ma è così importante per noi tutti che abbiamo lavorato sul film che il messaggio si sia rivelato globale. E su come abbiamo fatto non so se Evgeny vorrebbe che svelassi il suo segreto, diciamo che da una parte lui è un artista che sa convincere, ma dall’altra ha avuto a che fare con la persona credo più carismatica del nostro tempo, Papa Francesco”.

Nella foto: Eleonora Granata con (a sinistra) Evgeny Afineevsky e un collaboratore in Vaticano

Marina Fabbri
23 Ottobre 2020

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