Coproduzioni: novità in arrivo da Eurimages

Al MIA un aggiornamento sui film realizzati in collaborazione. Dove si può migliorare per il futuro ma soprattutto quali sono le opportunità prossime venture da cogliere al volo


Creare e sollecitare le condizioni giuste per coprodurre è uno degli obiettivi principali del MIA attraverso vari strumenti, primo fra tutti il NCN, ma anche con panel che mettano insieme istituzioni e operatori. E’ il caso dell’incontro sulle coproduzioni internazionali che ha avuto il merito non solo di permettere due nuovi importanti annunci da parte di Eurimages ma anche di fare il punto sulle normative italiane che regolano e definiscono le coproduzioni. Non il solito excursus su quanto fatto e quanto ancora c’è da fare, piuttosto un reminder lanciato agli operatori affinché possano ottimizzare quanto di buono già esistente in attesa di migliorie.

Perché l’Italia – che oggi vede calare le coproduzioni anno dopo anno – è stata una vera pioniera degli accordi di coproduzione come ricordato da Maria Giuseppina Troccoli della DG Cinema del MiBACT, il primo dei quali firmato con la Francia già nel 1946. Oggi a spiegare chiaramente i requisiti che i film di coproduzione devono avere ci pensa il decreto legislativo n. 28. In tutto abbiamo più di 36 accordi per realizzare film con altri paesi, alcuni dei  quali sfruttati poco o per niente. Ma ci sono anche interventi per il co-sviluppo, non vere e proprie leggi come nel caso degli accordi, ma fondi esclusivamente dedicati a film pensati dal principio per essere coproduzioni. Ciò che manca è una maggiore preparazione da parte dei produttori sull’argomento e la necessità di capire che le opere devono essere pensate davvero per pubblici di più nazioni, avere insomma una storia o un sapore non più provinciale per dirsi davvero coprodotte, invece di limitarsi a inserire un attore straniero tra i protagonisti tanto per accontentare il partner straniero.

Per quanto riguarda le istituzioni è un altro lo sforzo da fare: creare un fondo dedicato alle sole coproduzioni minoritarie che in Italia sono considerate normativamente al pari delle maggioritarie e non hanno quindi nessun ostacolo alla realizzazione, ma fa notare Roberto Olla di Eurimages “darebbe un segnale forte ai produttori che vogliono rendere eleggibile magari nella stessa sessione un film minoritario e uno maggioritario. In questo modo non si brucerebbero opportunità”.  

Nato 26 anni fa Eurimages è il fondo del Consiglio d’Europa per la co-produzione, dispone di 25 milioni di euro e assegna fino a 500mila euro a progetto per 36 paesi del Vecchio Continente, anche se i confini si stanno ridefinendo e ci sono accordi avanzati con il Canada. Affiancato dalla referente in Italia del fondo, Iole Maria Giannattasio del Centro Studi della DG Cinema, Olla ha inoltre ricordato uno dei problemi maggiori per i produttori in Italia, quello della non regolamentazione dei diritti tv. “Non si può più lavorare – ha spiegato – se i broadcaster prendono i diritti di un film per trent’anni. In Francia si proteggono gli indipendenti, i diritti durano un anno e mezzo e poi tornano al produttore”. Quindi ha annunciato le importanti novità Eurimages. “Dal 2016 daremo la possibilità di analizzare progetti non più basati solo sulla sceneggiatura. Quelli più audaci e scritti in modo non classico potranno essere sottoposti tramite uno spazio speciale nell’application form. Creeremo un’apposita finestra sulla piattaforma informatica dove i produttori potranno caricare e spedire materiale ulteriore che non sia lo script ma possa spiegare al meglio l’opera, le finalità, il concetto dell’autore”. La seconda novità è invece legata ad un incentivo. “Nell’ambito di film ancora work in progress istituiremo 4 premi, detti Lab Project da 50mila euro ciascuno che verranno assegnati in 4 festival da individuare, ma che abbiano già nella linea editoriale iniziative legate a film in divenire, progetti ‘fuori quadro’. Se i Lab Project avranno successo pensiamo di ampliare il numero di festival e di premi raddoppiandolo a 8. ”  

19 Ottobre 2015

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